Dati per contare: strumenti e metodi per una pianificazione equa

Dati per contare: strumenti e metodi per una pianificazione equa delle città

I progetti avviati dall’aps Period Think Tank dimostrano come i dati non siano neutri. L’esperienza di Bologna

 

Published 26 febbraio 2025- © riproduzione riservata

Quanti dei milioni di dati che raccogliamo ogni giorno descrivono effettivamente le pluralità che siamo? In Italia, pochi. L’innovazione tecnologica sta trasformando rapidamente il modo in cui viviamo, lavoriamo e ci spostiamo nelle città. Tuttavia, le scelte di pianificazione urbana spesso non tengono conto delle esigenze di tutta la cittadinanza, specialmente delle donne, delle minoranze e delle soggettività invisibilizzate che si muovono negli spazi urbani.

 

I dati non sono neutri

Un elemento fondamentale da implementare riguarda, quindi, i dati disaggregati che sono essenziali in tutte le discipline e che mirano a esaminare le disparità relative alla variabile del genere: alcuni esempi relativi ai contesti urbani sono rappresentati dai dati relativi alla mobilità, alla condizione abitativa, alla percezione di sicurezza, alla violenza di genere, alla condizione lavorativa, alla salute, alla rappresentazione nello spazio pubblico. Oltre al tema della raccolta, un altro elemento fondamentale riguarda l’analisi dei dati: uno spartiacque da questo punto di vista è rappresentato dal libro Data feminism pubblicato nel 2020 da Catherine D’Ignazio (MIT University) e Lauren F. Klein (Emory University) che mette in discussione sistemi di classificazione gerarchici con l’obiettivo di adottare uno sguardo femminista ai dati. I dati non sono neutri, ma incorporano significati, prospettive e priorità dal forte connotato normativo, politico e culturale.

 

#datipercontare

É proprio con l’obiettivo di portare questo approccio in Italia che, alla fine del 2020, nasce Period Think Tank, associazione di promozione sociale con sede a Bologna e Roma, che ha l’obiettivo di produrre ricerca, analisi e report data-driven e definire policy per favorire il raggiungimento dell’equità di genere. Period promuove, attraverso i dati, l’informazione e la sensibilizzazione sulle disuguaglianze di genere verso l’opinione pubblica attraverso ricerche, formazione e format replicabili anche dalla pubblica amministrazione. Questa mission viene declinata in diverse aree tematiche, tra le quali anche l’urbanistica con l’obiettivo di inserire una prospettiva di genere nella pianificazione urbana futura e portare avanti una visione politica per città più eque.

Tra gli strumenti adottati per mettere in pratica questa visione figura la campagna #datipercontare, lanciata a marzo 2021, per chiedere alle istituzioni locali un impegno concreto a rendere aperti e pubblici i dati necessari a misurare il gap di genere. La campagna ha due obiettivi: l’accesso ai dati disaggregati per genere e l’impegno da parte degli enti locali affinché la valutazione di impatto di genere diventi uno strumento obbligatorio per la definizione delle politiche e degli investimenti economici sia a livello locale che nazionale.

Attualmente hanno aderito alla campagna i Comuni di Bologna, Palermo, Ravenna, Milano, Cento, Imola, Piana degli Albanesi, Reggio Emilia e molte altre interlocuzioni sono in corso. L’8 ottobre 2024 anche Roma Capitale ha annunciato la sua approvazione all’Assemblea Capitolina della campagna “in considerazione della rilevante importanza dei dati aperti e della necessità di politiche pubbliche che rispondano ai bisogni di cittadine e cittadini colmando stereotipi e discriminazioni” afferma Michela Cicculli, Presidente della Commissione Pari Opportunità di Roma Capitale.

 

Verso un Atlante di genere: l’esperienza in corso a Bologna

Tra i progetti all’interno dei quali il suddetto approccio metodologico è stato messo in atto figura “Verso un Atlante di genere. Prospettive femministe per costruire città future”, realizzato dal Comune di Bologna, Period Think Tank e Sex & the City insieme ad altri partner locali quali Casa delle Donne Bologna e SOS Donna, che focalizza l’attenzione sul tema della sicurezza e della vivibilità degli spazi pubblici nella città di Bologna da una prospettiva di genere.

Obiettivo del progetto è comprendere come lo spazio pubblico, i servizi e le iniziative esistenti incidono sulla vita quotidiana delle donne e delle soggettività LGBTQIA+ relativamente al tema della sicurezza, intesa in senso ampio. Sulla base di ciò e attraverso azioni di natura diversa, il progetto ha raccolto dati quantitativi e qualitativi utili a orientare le politiche di genere della città che confluiranno in una pubblicazione divulgativa ricca di mappature e di riflessioni per leggere la città da una prospettiva di genere.

Il progetto ha integrato una mappatura delle associazioni locali di genere, ossia una ricognizione a scala urbana di tutti i soggetti che a vario titolo si occupano di aspetti legati al genere (popolazione, fragilità, violenza, ecc.) per individuare questioni e/o criticità specifiche, utili alla formulazione di proposte concrete per prevenire fenomeni di discriminazione e violenza di genere, in particolare per donne e soggettività con fragilità e maggiormente a rischio di esclusione sociale.

Successivamente è stato realizzati per la città di Bologna un survey sulla percezione di sicurezza da intendersi rispetto a molteplici dimensioni: sicurezza abitativa, sicurezza economico-finanziaria, diritto alla salute, sicurezza nello spazio pubblico, violenza di genere. Il questionario ha ricevuto oltre 3000 risposte che hanno permesso di definire un quadro eterogeneo e intersezionale della condizione bolognese sui temi trattati.

Tra febbraio e aprile 2024 sono stati inoltre portati avanti tre focus group realizzati in tre quartieri di Bologna (Navile, San Donato-San Vitale, Borgo Panigale-Reno) atti a esplorare con le partecipanti le loro percezioni di insicurezza e discutere le aree problematiche. Questa fase è servita a creare un glossario condiviso di esperienze e a elaborare mappe delle zone percepite come meno sicure, suggerendo possibili interventi strutturali e architettonici per migliorare la percezione di sicurezza e l’accessibilità dello spazio pubblico.

A giugno 2024 si è svolta poi una camminata esplorativa: questo processo partecipativo ha coinvolto donne, tecnici e amministratori in una camminata organizzata nella zona universitaria (zona centrale che prende il nome dalla forte presenza della popolazione universitaria, storicamente considerata una zona contesa e critica rispetto agli usi e alle pratiche urbane che si realizzano nell’area) per identificare in loco i problemi di sicurezza e suggerire miglioramenti. Le partecipanti sono state selezionate mediante autocandidatura per rappresentare diverse realtà demografiche e di genere.

In ultima istanza verranno analizzati tutti i dati raccolti in collaborazione con l’Ufficio Statistico del Comune di Bologna e i risultati verranno divulgati e comunicati alla cittadinanza e alle istituzioni attraverso un convegno e una pubblicazione divulgativa.

Alla luce delle considerazioni descritte, emerge come ad oggi l’architettura e l’urbanistica richiedano un approccio orientato – oltre a elementi più noti quali sostenibilità ambientale e innovazione digitale – allo sviluppo di competenze trasversali e di natura sociale, quali la gestione dei processi partecipativi, la raccolta dei bisogni territoriali, l’analisi e divulgazione di dati qualitativi e quantitativi, la valutazione di impatto dei progetti architettonici e di rigenerazione urbana nell’ottica di creare spazi che rispondano alle sfide globali odierne, migliorando la vita delle persone e delle comunità in modo diffuso e realmente egualitario.

 

Autore

  • Arda Lelo

    Laureata in Architettura, è dottoranda in Public Management e Governance presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata con una ricerca-azione ibrida tra architettura ed economia. É responsabile dell’area rigenerazione urbana e innovazione in Open Impact, PMI innovativa e spin-off della ricerca dell’Università di Milano-Bicocca. È co-fondatrice e vicepresidente di Period Think Tank, associazione di promozione sociale con sede a Bologna e Roma, in cui si occupa di ricerca, report data-driven e sviluppo di policy per il raggiungimento dell’equità di genere in Italia con un focus su città eque, politiche abitative e dati urbani.

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