A Zhengzhou la new town nasce già vecchia

A Zhengzhou la new town nasce già vecchia

 

Sesta puntata dell’inchiesta sulla Cina e la scena dell’architettura globalizzata. A Zhengzhou le istanze d’infrastrutturazione del territorio impongono rapidi consumi delle forme insediative

 

Dopo aver tracciato una panoramica dei megaprogetti urbani che hanno rivestito un ruolo di primo piano nella drammatica urbanizzazione cinese degli ultimi 20 anni, ora vediamo più in dettaglio la storia recente di Zhengzhou, città della Cina centrale con oltre 8 milioni di abitanti. Qui, grandi progetti cui partecipano studi internazionali trasformano radicalmente il territorio su una scala d’impressionante vastità.

(Filippo Fiandanese, curatore dell’inchiesta)

 

Se la regione costiera della Cina è ormai da anni simbolo della rapida e massiccia urbanizzazione che ha investito il Paese, i territori dell’entroterra raccontano una storia differente. Le pianure centrali sono ancora prevalentemente costituite da un tessuto fine, depositatosi nel tempo attraverso un lavoro di continua modellazione del suolo operato per mezzo d’infrastrutture minute. Un’opera meticolosa, tesa a rendere queste pianure le grandi riserve agricole della Cina. In questo enorme spazio interno, caratterizzato principalmente da un’urbanizzazione diffusa, si trovano alcuni centri maggiori che, durante i secoli, hanno esercitato funzioni principalmente amministrative. A partire da alcuni decenni tali luoghi sono soggetti a un forte fenomeno di espansione urbana, veicolato da nuove politiche d’infrastrutturazione territorialeZhengzhou, in Henan, è uno dei casi di maggiore interesse: la storia del luogo, la radicalità delle trasformazioni in atto, le prospettive che lo investono fanno di questo territorio un laboratorio ove è possibile osservare come stia progressivamente evolvendo il modo di “fare città” in Cina.

 

Sedimentazioni lungo la linea ferroviaria

Fondata 3.600 anni fa, a fine XIX secolo Zhengzhou presenta un’estensione che supera di poco i due chilometri quadrati. Un centro provinciale il cui destino cambia radicalmente a partire dal 1906, anno in cui il governo centrale decide di realizzare due fra le maggiori arterie ferroviarie del Paese: la linea Pechino-Hankou e la linea Lianyungang-Lanzhou. La città viene scelta quale luogo d’interscambio fra queste due rotte. Una scelta che caratterizzerà fortemente la storia del luogo. Grazie a tale infrastruttura, negli anni successivi Zhengzhou cresce e acquisisce sempre maggiore importanza a livello nazionale. Nel 1922 il Governo riconosce la città come polo commerciale della regione. Vengono così redatti i primi piani di espansione urbana (1922-1946) e si smantella l’antica cinta muraria (1928). Nel 1947 Zhengzhou ha raddoppiato la sua estensione attraverso un’espansione che vede la città storica diventare sempre più marginale e il polo ferroviario acquisire sempre maggiore importanza.

Nel periodo successivo alla Rivoluzione, il primo piano quinquennale designa Zhengzhou quale uno dei sei principali poli di lavorazione del cotone della Cina. Al commercio si sostituisce l’industria, ma il perno della città rimane l’infrastruttura ferroviaria. Nel 1957 Zhengzhou viene nominata capitale politica dell’Henan e, a seguito delle riforme economiche degli anni ’80, conosce una forte fase di espansione che subisce un’accelerazione a partire dai primi anni Duemila. In questo periodo la Municipalità promuove l’ambizioso progetto per la new town di Zhengdong. Il fulcro rimane sempre la ferrovia: una nuova linea ad alta velocità che taglia la Cina promuovendo indirettamente la realizzazione di grandi manufatti nei pochi punti in cui collide con il suolo. Zhengdong è questo: un polo ferroviario che diventa occasione per la progettazione di un’area urbana di 150 kmq a est del nucleo cittadino esistente, con l’ambizione, a partire da qui, di ricoprire un ruolo di primaria importanza nello scacchiere cinese.

 

Masterplan & icone

L’area di Zhengdong all’inizio del Duemila si presenta come una distesa di campi agricoli costellati di centri urbani minori. Una rete stradale minuta e piccole canalizzazioni atte a consentire lo svolgersi di attività di piscicoltura, strutturano un territorio in cui l’unico elemento infrastrutturale di qualche rilievo è un aeroporto militare.

Nel 2001, mossa dalle politiche che Fulong Wu, docente di Urbanistica all’University College London, definisce urban enterpreneurialism, un mix di spinta economica e ambizione dei leader locali, la Municipalità decide di realizzare in quest’area una new town atta ad ospitare il nuovo Central Business District (nel disegno di copertina), un polo tecnologico e naturalmente il nuovo polo ferroviario di Zhengzhou. Si bandisce un concorso a inviti fra grandi firme internazionali: PWD Engineering Group, Arte Charpentier, Cox Group, Sasaki Corporation, Kisho Kurokawa Architects and Associates e la locale China Academy of Urban Planning and Design. Vince il team giapponese di Kurokawa che propone la realizzazione di una città nelle fattezze di una grande scultura, in cui lo spazio policentrico viene suddiviso in nuclei tenuti assieme da un serie di grandi arterie stradali. A partire dal 2002 il progetto viene dettagliato e iniziano le lottizzazioni. Diversi istituti di progettazione cinesi iniziano a lavorare sui singoli nuclei, mentre designer internazionali gareggiano per aggiudicarsi gli edifici iconici: a Kurokawa viene assegnato l’Exhibition Center; Skidmore, Owings & Merrill vincono il concorso per il Zhengzhou International Convention and Exhibition Hotel; Carlos Ott Architects e Pei Partnership Architects realizzano l’Henan Arts Center. Anche la progettazione dei parchi vede coinvolti studi internazionali quali EDAW e SWA Group. A questi si affianca una costellazione d’istituti statali e gruppi di architetti locali. Ogni dettaglio è sistematicamente messo a punto: dai ponti alle strade, dagli uffici governativi al real estate, dagli svincoli autostradali all’arredo urbano. Nel 2009 tutto è predisposto; alcune porzioni già costruite, altre in cantiere.

 

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Tubi & fasci, obsolescenze & lapsus

All’alba del 2017 Zhengzhou sta ancora finendo di allestire la sua vetrina, ma la merce esposta appare già vecchia. I progetti di pochi anni prima sembrano già consumati nelle forme della loro innovazione, sono evidentemente prodotti di una passata stagione, progettuale e politica. Mentre il secondo nucleo del Central Business District prende forma, lo sguardo delle politiche di pianificazione volge infatti già altrove. Nuovi e più ambiziosi progetti muovono la Municipalità. Nel 2007, ancora all’interno del piano per Zhengdong, già si pongono le basi per una nuova espansione.

Zhengbian New District è un progetto promosso dalla provincia dell’Henan per la costruzione di una città-territorio di 400 kmq, estesa su una superficie di 2.000 kmq, posta fra le città di Zhengzhou e Kaifeng. Un nuovo concorso internazionale nel 2010 laurea i londinesi Arup con il progetto di una low carbon city. Cambiano i tempi e con loro le retoriche. Rimangono però strutturanti alcuni dei vecchi “materiali” che vanno ad organizzare lo spazio: ferrovie, autostrade, parchi, laghi e canali, ovvero fasci infrastrutturali, principalmente nella forma di tubi poco porosi che, enfatizzando fluidità e velocità, continuano a mancare di attenzioni peculiari rivolte ai principi insediativi che organizzano le forme dell’abitare.

Autore

  • Leonardo Ramondetti

    Architetto e dottorando presso il Dipartimento Interateneo di Scienze Progetto e Politiche del Territorio (Politecnico di Torino e Università di Torino). Nato a Cuneo (1990) e laureato presso il Politecnico di Torino nel 2014, ha collaborato alla ricerca "Territori nella crisi. Il riattrezzarsi di architettura e urbanistica a fronte del mutare delle logiche economiche e istituzionali" (Politecnico di Torino - Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne). Si occupa di processi di urbanizzazione e infrastruttuazione in Cina ed è parte della ricerca "Chinese New Towns" (CeNTO)

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