Valtellina e Lombardia, uno sciame di grandi (ma anche piccole) opere
Il focus sugli interventi previsti, in gran parte infrastrutturali, che valgono 1 miliardo di euro
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Published 21 febbraio 2023 – © riproduzione riservata
Uno sciame di grandi (ma anche piccole) opere. Che valgono, grosso modo, 1 miliardo di euro. Eccole le Olimpiadi in Valtellina, quella che è, a tutti gli effetti, la “montagna” di Milano e di tutta la metropoli lombarda.
Gli interventi sono in gran parte legati alle infrastrutture della mobilità: tangenziali e tangenzialine (Sondrio e Tirano tra le altre), molte aree a parcheggio a ridosso delle aree sciistiche. Poco per le piste ciclabili, altrettanto per le ferrovie. In territori però, corretto sottolinearlo, che per morfologia presentano non poche difficoltà per l’implementazione della mobilità lenta.
Ampiamente finanziati invece il consolidamento e il rafforzamento degli impianti per l’innevamento artificiale, sempre più “sollecitati” da cambiamenti climatici che spingono in alto la linea della neve (quella vera) così come (per motivazioni analoghe) i collegamenti in quota con nuovi impianti a fune e l’apertura di nuovi percorsi. Pochi di questi in realtà sono strettamente legati alle Olimpiadi, intese come gare; le opere finanziate dal cosiddetto “Piano Lombardia” sono invece l’occasione per coagulare e stimolare investimenti pubblici, con integrazione d’importanti fondi privati.
In questo quadro le strutture strettamente sportive appaiono interventi puntuali, addirittura marginali per tanti aspetti. Una condizione, anche questa, comprensibile considerando la distanza spesso drammatica tra il momento dell’evento (con relativi flussi ed esigenze) e la realtà di una montagna che vivrà nelle prossime stagioni, e anche in località di successo, un inevitabile ripensamento dell’offerta turistica.
Livigno: stazione del Mottolino
A Livigno (dove il previsto Villaggio olimpico è stato cancellato) gli interventi si concentrano principalmente sul versante orientale della stretta valle che ospita il “Piccolo Tibet” di Lombardia: su questi pendii, a Trepalle, si assegneranno 20 medaglie d’oro delle gare di snowboard e freestyle. Sul fronte opposto, a Carosello, sono previste altre 4 competizioni.
Si tratta principalmente di lavori finalizzati a migliorare l’accessibilità ai campi sciistici e i loro collegamenti. Tra questi, finanziata da privati, c’è l’opera che può dirsi la prima “olimpica” ad essere arrivata al taglio del nastro, inaugurata negli scorsi mesi. Si trova al Mottolino, una delle “basi” per salire in quota alle piste a cinque cerchi. Il progetto di riqualificazione degli spazi interni è di Massimo Roj (Progetto CMR) e sperimenta un’integrazione tra l’infrastruttura (impianti e biglietterie) e una serie di funzioni e usi diversi (dai negozi ad un’area di coworking, dalle sale riunioni ad albergo con ristorante).
Spiegano i progettisti: “Il progetto vuole celebrare la maestosità e l’avventura della montagna, esaltandone il fascino attraverso ambienti dinamici e fortemente coinvolgenti, continui richiami agli elementi naturali locali e installazioni tecnologiche d’impatto; è una “casa” – accogliente e tecnologica – pensata per chi desidera alternare lo sci al divertimento e al lavoro”. In questo senso sembra voler raccontare una vocazione innovativa per i luoghi tradizionali dello sci: non solo code e veloci passaggi con scarponi ai piedi, ma spazi del permanere. Che sia effettivamente il futuro (o un futuro) dello sport in montagna è una sfida, olimpica forse.
Bormio: Ski Stadium dello Stelvio
Lo sci alpino maschile (ma anche lo sci-alpinismo, alla prima edizione olimpica) trova il suo stadio sulla Pista Stelvio. Proprio all’arrivo a valle, nel centro di Bormio, una nuova struttura rappresentativa è l’elemento simbolico e nevralgico di una serie d’interventi che prevedono miglioramenti e ampliamenti della rete di piste, ma anche nuovi parcheggi e un ponte pedonale sul torrente Frodolfo. La firma è dello studio bellunese DeBiasio Progetti (insieme a CAL spa – Concessioni Autostradali Lombarde, Amministrazione comunale, Fondazione Milano-Cortina e responsabili tecnici della Federazione Sport Invernali).
Come a Livigno, è una trasformazione che ricerca qualità e ospitalità: la piccola tribunetta esistente viene demolita liberando spazio per una nuova arena capace di ospitare fino a 7.000 spettatori (4.000 seduti, con posti smontabili). Si costruisce così un piccolo anfiteatro naturale, a pianta rettangolare (31,5 x 12 m, per 4 di altezza), una sorta di tempio laico con grossi pilastri lignei che si rivolge tanto al declivio della pista quanto, sull’altro lato, al paese con ampio porticato e aggetto del tetto piano a costruire la transizione. La rappresentatività della forma non condiziona la volontà di offrire strutture flessibili che, al di là di evento olimpionico e gare di Coppa del mondo, possano essere utilizzate lungo tutto l’arco dell’anno. Trasparenza, leggerezza e semplicità sono le parole chiave, ma nella descrizione dei progettisti non mancano riferimenti altisonanti: “Poiché l’edificio rappresenta il traguardo di alcune tra le principali gare olimpiche, la sua architettura s’ispira a quella dei templi, in particolare al tempio di Zeus cuore del santuario di Olimpia, luogo di origine della competizione”.
Varese: Palaghiaccio Acinque Ice Arena
Oltre ai paesi alpini della Valtellina, c’è anche una Lombardia che lavora sul proprio patrimonio di impianti sportivi, anche senza gare olimpiche da ospitare. Succede a Varese dove a novembre 2022, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stato inaugurato il rinnovato Palazzo del ghiaccio. La struttura è gestita da Acinque, che ha affidato la progettazione a Giuseppe De Martino, direttore tecnico di Sportium, società del Gruppo Progetto CMR. A febbraio 2026 ambisce a richiamare alcuni team di hockey, almeno per gli allenamenti (le gare del torneo si disputeranno a Milano). L’impianto, davanti all’Ippodromo, in località Bettole, è uno spazio sportivo integrato con piscina e palestre, oltre allo stadio del ghiaccio. È il risultato di un intenso e importante intervento di riqualificazione interna, con nuovi materiali e superfici. La struttura è rimasta inalterata con i suoi grandi archi in legno; ma il rinnovamento completo dell’involucro ha agito sia sulla spazialità complessiva degli ambienti (ridefinite anche alcune altezze), sia sulla qualità e sulla disposizione dei luoghi all’attività sportiva e dei relativi spazi di supporto. Anche gli spalti sono stati riqualificati a definire una rinnovata fruibilità, ricercando anche nuovi affacci verso l’esterno e il paesaggio.