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Tokyo, 5 cerchi e 3 mantra: sostenibilità, eredità e ricostruzione

Tokyo, 5 cerchi e 3 mantra: sostenibilità, eredità e ricostruzione

Report dal Giappone, in vista dei Giochi olimpici rinviati di un anno

 

Published 23 giugno 2021 – © riproduzione riservata

Una decisione necessaria, quella di non consentire, a seguito della pandemia globale, agli spettatori al di fuori dell’arcipelago di assistere alle Olimpiadi e Paralimpiadi di Tokyo 2020, seconda edizione per il Giappone dopo quella del 1964. Pertanto quest’estate, salvo altre improbabili disposizioni dovute all’emergenza e alle pressioni dell’opinione pubblica, soprattutto locale, i 43 impianti allestiti per accogliere spettatori da tutto il mondo, ospiteranno solo un numero controllato di operatori e di pubblico locale.

A partire dalla candidatura della megalopoli, le Olimpiadi sono state fortemente improntate a concetti di sostenibilità, eredità e ricostruzione. Il futuro delle politiche che il Giappone ha inteso avviare con la designazione di Tokyo come città olimpica mira infatti al conseguimento di una sostenibilità ambientale, economica e sociale, e alla ripresa delle zone colpite da calamità naturali. A declinare questi propositi sono state soprattutto architettura, urbanistica e tecnologia che, al pari delle competizioni sportive, sono ormai protagoniste di ogni edizione dei Giochi.

 

Nei pressi del Villaggio olimpico

Seguendo i principi di sostenibilità ed eredità, un criterio di compattezza, che punta a ridurre gli spostamenti degli atleti, i conseguenti sprechi e l’inquinamento ambientale, ha orientato scelta e distribuzione delle sedi sportive e ausiliari dell’evento. Più della metà degli impianti e dei siti olimpici, infatti, si concentra entro 8 km di raggio dal Villaggio olimpico. Il complesso residenziale per gli atleti sorge così nel punto d’intersezione di due cerchi immaginari che concettualmente racchiudono la Heritage Zone e la Tokyo Bay Zone, eredità e futuro del Giappone.

Nella Heritage Zone il patrimonio architettonico delle Olimpiadi del 1964 rievocherà l’immagine di rinascita del Giappone nel dopoguerra; a rappresentare le conquiste nel campo dell’ingegneria e architettura, le scenografiche coperture sospese dello Yoyogi National Gymnasium di Kenzo Tange (1913-2005). Un’area bonificata a est sulla baia, in questi anni laboratorio e cantiere d’interessanti progetti, costituirà invece la Tokyo Bay Zone.

Alle nuove sedi sportive, come l’Ariake Gymnastics Centre e l’Ariake Arena, il compito più atteso: divenire una nuova eredità per le generazioni future. Restano escluse dalle due zone le strutture per alcuni incontri di calcio, baseball, basketball e softball, che si disputeranno in altre città, tra le quali Saitama, Yokohama e Fukushima.

 

Tra spese incontrollate e piani di sostenibilità

Al di là dell’imprevedibile risvolto della pandemia, anche le precedenti fasi di preparazione per le Olimpiadi 2020 non sono state esenti da problematicità. Tra il 2015 e il 2016, infatti, il rischio di un quadruplicamento della spesa a 3 trilioni di yen rispetto a quella preventivata ha imposto la revisione di alcune scelte per limitare consistentemente sprechi finanziari e di risorse che avrebbero avuto un impatto negativo sulla stabilità economica del paese. È il caso del New National Stadium, per il quale è stato dimezzato il budget che ha determinato la valutazione di altre proposte dopo l’abbandono del progetto vincitore del concorso del 2012.

Il Sustainability Progress Report (2018) ha invece confermato che tra gli impianti e i siti designati per le Olimpiadi, 25 sedi sportive già esistenti sarebbero state riutilizzate, mentre 10 sarebbero state temporanee. Soltanto 8 le strutture ex novo che dopo i Giochi saranno convertite come centri pubblici ricreativi, sportivi ed educativi. Per la loro costruzione sono stati privilegiati l’uso di risorse locali e l’applicazione di energie rinnovabili come fotovoltaico, tecnologie per ridurre le emissioni di CO2, sistemi per l’utilizzo dell’acqua piovana e impianti geotermici di riscaldamento e raffreddamento. Diversi sono stati anche gli interventi per incrementare il livello qualitativo del tessuto urbano e dei servizi delle aree in cui sorgono.

Un certo disappunto è invece emerso dalle Prefetture ancora impegnate nella ripresa delle zone colpite dalle calamità naturali nell’ultimo decennio. Più volte è stato sottolineato lo stato di alienazione vissuto dalla popolazione residente in queste aree durante la fase di preparazione ai Giochi, le cui priorità hanno sottratto manodopera e risorse ai lavori di ricostruzione. Per coinvolgere l’intera nazione, nel 2018 è stato quindi annunciato il Sustainability Plan, a supporto anche degli United Nations’ Sustainable Development Goals, con una serie d’iniziative.

 

Economie circolari

In ambito architettonico, da sottolineare l’operazione Baton (Building Atlethes’ village with Timber of the Nation), a cui hanno aderito volontariamente 63 Municipalità da tutto il Giappone. L’iniziativa prevedeva la costruzione della Village Plaza, una delle strutture temporanee annesse al Villaggio olimpico, usando legname di vario tipo proveniente dalle città volontarie. Una volta terminati i giochi e smantellato il sito, il materiale sarà restituito alle Municipalità per essere riutilizzato in progetti di edilizia scolastica, residenziale e arredo urbano. Un programma di riciclo dei materiali proviene anche da Fukushima, dove le residenze temporanee per gli sfollati del tragico terremoto e maremoto del 2011, ormai dismesse, hanno fornito l’alluminio per realizzare le torce dei tornei.

Rendere Tokyo 2020 non un punto di arrivo ma di partenza per la nazione è stato l’obiettivo del Giappone. La nazione non ha puntato solo alla riuscita dell’evento sportivo, che tuttora deve confrontarsi con la pandemia, bensì a perseguire nuovi standard in termini di sostenibilità ambientale, economica, sociale e di uso delle risorse, per divenire un modello di riferimento globale.

 

 

La nostra selezione delle location più significative dei Giochi dal punto di vista progettuale

Sulle sedi di Tokyo olimpica: https://www.youtube.com/watch?v=3oqkspuBqro

Sustainability Progress Report: https://tokyo2020.org/en/games/sustainability/report

Sustainability Plan: https://tokyo2020.org/en/news/tokyo-2020-announces-sus-plan-and-guiding-principle

Management Plan for Preserving the Yoyogi National Stadium as a Living Heritage: http://www.getty.edu/foundation/pdfs/kim/yoyogi_stadium_japan_kenzotange_cmp.pdf

 

Autore

  • Josephine Buzzone

    Nata a Caltagirone (CT), dopo aver frequentato il corso di Design all’Accademia delle Arti e nuove tecnologie di Roma ottenendo la qualifica professionale, ha studiato al Politecnico di Torino conseguendo nel 2018 la laurea magistrale in Architettura per il restauro e valorizzazione del patrimonio. Alla passione per la storia e l’architettura ha unito quella per il Giappone, dove ha svolto la ricerca per la tesi magistrale incentrata sul patrimonio del moderno

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