Spazi di pertinenza, spazi di resistenza
Cartoline dai cortili condominiali di Bologna durante la quarantena
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BOLOGNA. Durante il confinamento imposto dall’emergenza Covid-19 è successa una cosa molto banale ma di una forza dirompente: i cortili si sono riempiti. Banale e dirompente ma anche atavicamente legata al gesto primario dell’abitare – inteso come frequentare -, a dispetto di tutti i regolamenti condominiali. E allora è successo: tutti gli spazi comuni dei nostri condomini, chiamati di pertinenza e spesso sottoutilizzati, ci hanno ribadito la loro funzione contribuendo in maniera determinante alla nostra salute. È un lascito, in questi tempi d’iperurbanizzazione, di cui la progettazione urbana dovrebbe fare tesoro. E non è un caso se nei piani di edilizia popolare di questi spazi si è spesso tenuto conto, mentre nel fermento costruttivo degli ultimi anni se ne sta perdendo traccia.

Di formazione umanistica, vive a Bologna ed è professionalmente impegnato nel mondo della cooperazione sociale. Si occupa di fotografia, indagando le trasformazioni urbanistiche e del paesaggio e le dinamiche sociali ad esse correlate, con particolare attenzione all’antropologia urbana.