Nelle chiese, quei coperchi di scatole da scarpe al posto del cielo…
Riceviamo e pubblichiamo un commento a margine del Festival della Bellezza a Verona
VERONA. Al Festival della Bellezza lo scorso 9 giugno Vittorio Sgarbi ha iniziato la sua serata presentando due opere somme dell’arte Cristiana e Classica italiana: la Pietà di Michelangelo [nell’immagine di copertina, il dettaglio dei volti] e la Preghiera di san Bernardo alla Vergine Maria (ultimo Canto della Divina Commedia). I due capolavori, riflettendosi vicendevolmente l’uno nell’altro, in sé condensano e a noi disvelano grande parte dell’essenza di quella cultura Cristiana e Classica che per 18 secoli, come lo stesso Sgarbi ha sottolineato, è stata espressione e linfa vitale dell’Italia, della sua Civiltà e di quell’incredibile e inestimabile patrimonio artistico, architettonico e paesaggistico unico al mondo che è tuttora da tutti ammirato nonostante i continui e ripetuti oltraggi subiti soprattutto a partire dal secondo dopoguerra da parte della cultura postmoderna. E ritengo che la sostituzione del “cielo” nelle chiese, denunciata e condannata da Sgarbi, con piatti coperchi per scatole da scarpe simboleggi al meglio l’intendimento di questa nuova cultura: sostituire la Metafisica con una liquida e nichilista ipofisica descritta e dominata da un tracotante scientismo tecnocratico.