Milano si prende cura del verde
Quinta ed ultima puntata dell’inchiesta (a cura di Arianna Panarella) sul capoluogo lombardo, con uno sguardo sugli spazi pubblici, i nuovi parchi e le nuove piazze che trasformano e rendono più vivibile la città
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MILANO. L’immagine di una città non è solo quella che ci arriva attraverso i grattacieli di vetro o gli accattivanti complessi residenziali. Strade, piazze, piazzali, slarghi, parchi, giardini sono gli elementi fondamentali che tengono insieme il tessuto urbano e rappresentano anch’essi il biglietto da visita della città.
Questa affermazione generale ha trovato, anche grazie all’impulso di Expo, terreno fertile in una Milano che ha visto trasformare negli ultimi anni molti dei suoi spazi pubblici. Vuoti urbani, di diverse forme e funzioni, che riacquistano nuova dignità e vengono recuperati o resi più fruibili. È un processo che parte dalla città, allargandosi a macchia di leopardo, anche alla conurbazione: oltre alle già citate (nelle precedenti puntate di questa inchiesta) area Expo, Cascina Merlata e scali ferroviari, le trasformazioni coinvolgono infatti anche l’intera città metropolitana (attraverso il Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie), con interventi volti alla riqualificazione e alla messa in rete di spazi pubblici.
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I nuovi parchi
Non solo i nuovi edifici modificano l’orizzonte cittadino; rinnovati suoli trasformano la vivibilità stessa della città. A Citylife è in corso il completamento di un parco pubblico di 173.000 mq intorno alle tre torri e all’area commerciale. Le sue morbide colline modellate mettono in relazione gli spazi e definiscono le viste. Disegnato e curato in ogni dettaglio (studio Gustafson Porter con !Melk e OneWorks), cresce velocemente insieme al progetto del Comune “ArtLine”, un esempio di arte pubblica che si articola in un percorso di venti opere permanenti e si completa con una serie di orti urbani (Orti Fioriti CityLife).
Il completamento di questo settore s’integrerà ad un sistema di spazi pubblici più ampio che arriva al Portello e al suo parco (Parco Industria Alfa Romeo, Studio Land) passando per quella che è forse la piazza più grande (e desolata) di Milano, intitolata a Gino Valle (Studio Valle): al momento esempio di spazio pubblico fallito, pur lastricata continua ad essere un vuoto nel tessuto perché non avendo funzioni attrattive non è capace d’integrarsi al quartiere. Anche nel caso dell’area di Porta Nuova, il Parco Biblioteca degli Alberi (studio Inside Outside – Petra Blaisse, Piet Oudolf) è l’ultimo tassello della rigenerazione in corso. Il nuovo parco che sta lentamente prendendo forma, oltre all’importante funzione di ricucire il tessuto urbano dei nuovi interventi (collega piazza Gae Aulenti al quartiere Isola, alla sopraelevata su via Melchiorre Gioia, alla promenade verde di Varesine e al giardino di via de Castillia), ha l’ambizione, con i suoi tanti alberi, d’incidere positivamente sul microclima e l’ecosistema di quest’area: un parco quindi per famiglie a vocazione educativa con laboratori di orticoltura urbana ed orti didattici. Iniziano ormai a prendere forma i percorsi lineari che caratterizzano la realizzazione; i campi che disegnano giardini, prati e piccole piazze; le foreste circolari progettate come ”stanze verdi”.
Anche l’area di Porta Volta si avvia, pur con tempi lunghi, al completamento. Così come l’ex centrale Enel, tra le vie Ceresio e Bramante e la piazza del Cimitero monumentale, che verrà riqualificata con la realizzazione di una grande piazza verde che si chiamerà “Pausa urbana” (AS – Architetti). Un grande parterre pubblico nascerà davanti alla Palazzina Liberty, che sarà la nuova sede dell’ADI (studio Bodini e Perotta) oltre che sede del museo che raccoglierà i premi Compassi d’Oro (progetto Ico Migliore, Mara Servetto e Italo Lupi). Sono partiti anche i lavori per completare il parco lineare di 3.300 mq (Herzog&De Meuron e SD Partners) e i percorsi pedonali di collegamento lungo la Fondazione Feltrinelli, nell’area tra Porta Garibaldi e Porta Volta: una sistemazione urgente e necessaria per l’attuale scarsa fruibilità di uno spazio che stenta a raggiungere il ruolo collettivo che si propone.
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Le nuove piazze
La città cambia e si trasforma; ampi rinnovamenti sono avvenuti già negli scorsi anni. Lavori che hanno inevitabilmente interessato anche il milanese più distratto: nuovi percorsi, aree pedonali e piazze hanno riscattato spazi privi di qualità funzionale e aggregativa. È successo un po’ ovunque: in piazza Missori, via Brisa, piazza dei Gorani, piazza Oberdan, Largo Bellintani al Lazzaretto, piazza dell’Ambrosiana (Piazza Pio XI), piazza Rimembranze di Lambrate, piazza di via Cavalcanti, piazza Negrelli, piazza Leonardo da Vinci (fronte Politecnico), solo per citare alcuni esempi. Non è un solo un cambio d’immagine, fatto di nuovi arredi urbani, essenze arboree ricercate e un linguaggio più contemporaneo, ma un miglioramento della vivibilità stessa della città. Tra i progetti che destano molte aspettative c’è la centralissima Piazza del Liberty dove è in fase di realizzazione, in un blindassimo cantiere, l’ipogeo Apple Store che trasformerà il luogo in un piccolo teatro all’aperto: la scalinata che porterà all’ingresso dello store, stando ai disegni, potrà essere utilizzata anche per sedersi e guardare proiezioni sulla parete d’acqua (Foster + Partners). Poi ci sono i tanto attesi progetti di Piazza Castello e Piazza Cordusio. Il primo (studio Emanuele Genuizzi) prevede interventi nella piazza e nelle strade limitrofe ampliando l’area verde del Parco Sempione e portando “in strada” circa 135 alberi, in forte contrasto con la pavimentazione in calcestruzzo. L’apertura del cantiere è vincolata all’approvazione da parte della Soprintendenza e, soprattutto, al reperimento delle risorse necessarie. Il secondo invece è un progetto che sta prendendo corpo velocemente per quanto riguarda la parte edilizia e prevede significativi cambiamenti per uno degli snodi più rilevanti della città. Non più edifici ad uso esclusivo di assicurazioni, banche e servizi pubblici: gli storici Palazzi Biandrà, Palazzo Broggi, Palazzo Generali e l’ex Palazzo delle Poste – oggetto di lavori di ristrutturazione che vedono coinvolti anche edifici in via Orefici e via Broletto – ospiteranno anche uffici ma soprattutto molti negozi e hotel. Possiamo sperare quindi che le nuove destinazioni funzionali porteranno finalmente ad avere una Piazza Cordusio pedonalizzata, almeno nel lungo periodo. A pochi passi da qui, rimane però irrisolto il problema di Piazza Duomo: dopo il progetto mancato del “Bosco” di Renzo Piano (2009), la questione non si può dire chiusa con il “progetto esotico” invece realizzato di Marco Bay (2017): palme e banani non possono essere una soluzione per la piazza più importante della città.
Il centro della città è interessato anche da un altro ambizioso progetto, “Amphiteatrum viridans”, un giardino ellittico di circa 22.400 mq, ovvero la ricostruzione dell’anfiteatro romano attraverso l’utilizzo di piante (alloro, cipressi e mirti) per ridare vita all’antico tracciato della Milano romana. Quindi un grande giardino nell’area archeologica da realizzarsi con sponsor privati e una convenzione con il Comune (progetto della Soprintendenza con Attilio Stocchi). [Cfr. anche Occidentali’s green: come cambia il verde a Milano (oltre le palme in piazza Duomo)].
Un altro sito molto conosciuto dai milanesi come luogo di mercato e parcheggio è Piazza Sant’Agostino, che finalmente vedrà l’inizio dei lavori di riqualificazione mediando tra spazi verdi e posti auto per costituire un degno accesso verso Sant’Ambrogio e diventare vero spazio aggregativo per il quartiere. Altre piazze e parcheggi stanno cambiando, grazie ad una cura del verde: Rimembranze di Lambrate, piazza San Luigi, piazzale Archinto, piazza Angelo Sraffa (vicino al cantiere del Campus Bocconi), piazzale Lavater, piazza Luigi di Savoia (a lato della Stazione centrale). Nuova piazza anche ad Affori con un intervento di circa 7.000 mq all’uscita della stazione FNM. Mentre, sempre a proposito di stazioni, le proposte esito di una call del Politecnico, per la riqualificazione della degradata piazza Emilio Alfieri, in Bovisa, restano ancora in attesa di risposta da parte del Comune. Principale punto di accesso verso il Politecnico, oggi non è un buon biglietto da visita per chi arriva a Milano da nord.
Un intervento di poco spessore, invece, quello del gruppo G124 Giambellino di Renzo Piano che, sull’area del mercato di via Odazio, si limita alla realizzazione di un “dehors” che mette in relazione l’edificio del recuperato Mercato comunale (progetto gruppo Dynamoscopi) con i giardini di piazzale Odazio, i quali saranno interessati anche dal progetto della nuova biblioteca di cui si attendono gli esiti del concorso.
Tra i nuovi interventi in fase di realizzazione ci sono invece gli spazi pubblici del complesso Symbiosis che prevede una nuova area verde adiacente alla Fondazione Prada che prenderà il nome di piazza delle Arti. Anche qui tanti alberi e un laghetto artificiale e almeno su carta la volontà di dare forma ad uno spazio dall’aspetto accattivante.
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I concorsi per le aree da reinventare
Milano è sempre più internazionale e capace di stare al passo di città come Auckland, Chicago, Parigi, Rio de Janeiro, che partecipano al progetto “Reinventing Cities” (bando internazionale per la realizzazione di progetti di rigenerazione urbana e ambientale a zero emissioni di carbonio). Cinque le aree sottoposte a progettazione: scalo ferroviario Greco-Breda, scuderie de Montel in zona San Siro, mercato comunale di Gorla lungo viale Monza, parcheggio di viale Doria ed ex area industriale di via Serio.
Se come sostengono molti, il futuro è nelle città verdi, Milano si sta attrezzando. Anche se resta la sensazione che spesso le piantumazioni per parti rischiano di dar vita a singoli episodi che non dialogano con il sistema edificato circostante. Negli ultimi anni ci sono stati esempi interessanti e ben riusciti di recupero urbano/sociale come il Giardino delle Culture (OAU Associati) al posto di un’area abbandonata in via Morosini, dove sono bastati pochi interventi per riattivare un vuoto, attraverso i dipinti murali (dell’artista Millo) e la realizzazione di una pavimentazione con le grafiche dei vecchi giochi di strada e grandi scritte colorate, una vela ombreggiante, panchine e alberi posti in cassoni di legno. Un altro esempio interessante è MAUA, il Museo di arte urbana aumentata, finanziato grazie al Bando periferie: 50 opere di street art animate con la realtà aumentata, fruibili attraverso l’app Bepart e distribuite in cinque quartieri(Giambellino-Lorenteggio, Adriano-Padova-Rizzoli, Corvetto-Chiaravalle-Porto di Mare, Niguarda-Bovisa, QT8-Gallaratese), una realizzazione candidata all’European Prize for Urban Public Space.
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Sicuramente i molti progetti portati a termine e in programma contribuiscono a costruire una Milano non solo da guardare ma anche da percorrere a piedi; una Milano che muta il suo aspetto, sostituisce parti, cresce. Un libro aperto che racconta la sua e la nostra storia fatta di cambiamenti politici ed economici, non intaccando però la sua identità di frenetica città del lavoro, già dipinta dai futuristi con il sogno della riapertura dei navigli, telenovela progettuale che forse non si concluderà mai.
Per approfondire
I progetti segnalati
Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie (DPCM del 25 maggio 2016): “Welfare metropolitano e rigenerazione urbana. Superare le emergenze e costruire nuovi spazi di coesione e di accoglienza” è il progetto di Città metropolitana di Milano selezionato all’interno del Bando periferie a cui ha partecipato insieme ad oltre trenta Comuni e numerose istituzioni del territorio. Sei i programmi d’intervento previsti: Riqualificazione urbana nel Nord Milano, Periferie al centro – Pioltello, RIgenerare Comunità e Abitare (RICA), Per una Città del noi, Ingration Machine, Riqualificazione asta M2.
Parco Citylife, Studio Gustafson Porter con !Melk e OneWorks, via Berengario, via Boezio, via Spinola, via Senofonte (completamento Parco 2019, superficie 170.000 metri quadrati)
Parco Industria Alfa Romeo, Studio Land, quartiere Portello (1997 – 2017, superficie 240.000 metri quadrati)
Piazza Gino Valle, Studio Valle (2014, superficie 17 mila metri quadrati)
Parco Biblioteca degli Alberi, studio Inside Outside, Petra Blaisse, Piet Oudolf, studio Land, Porta Nuova (completamento 2018, superficie 98 mila metri quadrati)
Parco Pausa urbana, AS – Architetti, Porta Volta (completamento 2020, superficie 8000 metri quadrati)
Parco lineare Herzog&De Meuron e SD Partners (in corso, 15 mila metri quadri)
Piazza del Liberty, Foster + Partners (completamento 2018)
Piazza Castello, studio Emanuele Genuizzi (progetto 2017)
Nata a Garbagnate Milanese (1980), presso il Politecnico di Milano si laurea in Architettura nel 2005 e nel 2012 consegue un master. Dal 2006 collabora alla didattica presso il Politecnico di Milano (Facoltà di Architettura) e presso la Facoltà di Ingegneria di Trento (Dipartimento di Edile e Architettura). Dal 2005 al 2012 svolge attività professionale presso alcuni studi di architettura di Milano. Dal 2013 lavora come libero professionista (aap+studio) e si occupa di progettazione di interni, allestimenti di mostre e grafica. Dal 2005 collabora con la Fondazione Pistoletto e dal 2013 con il direttivo di In/Arch Lombardia. Ha partecipato a convegni, concorsi, mostre e scrive articoli per riviste e testi