Lignano Sabbiadoro: la “lunga durata” della Costanzo Ciano
L’Efa Village è oggi un modello di continuità d’uso nei servizi per il turismo dell’Ente friulano di assistenza
Published 20 gennaio 2021 – © riproduzione riservata
LIGNANO SABBIADORO (UDINE). L’abbandono di molte delle colonie realizzate nella prima metà del Novecento ha spesso motivazioni legate all’appetibilità per gli operatori immobiliari di aree divenute centrali, alla difficoltà di gestire un patrimonio che sconta la brevità dei periodi di utilizzo, la grande dimensione delle strutture e le radicali mutazioni delle forme del turismo di massa. Non a caso, in contesti come quello adriatico, nella maggior parte dei casi il destino di queste strutture è stato l’abbandono o la demolizione e sostituzione con nuove forme di ricettività turistica o con servizi di diversa natura, come terme o parchi acquatici. Anche nei casi in cui il patrimonio costruito e quello di spazi aperti e attrezzature delle colonie sono stati rigenerati, quasi sempre dopo lunghi anni di abbandono e senza intaccare in modo rilevante i loro caratteri formali e l’inserimento nel paesaggio, il “processo di miglioramento” che va a interessarli non risparmia i valori fondanti del modello di assistenza e accoglienza che li ha prodotti.
Situata al centro di una pineta piantumata negli anni trenta, l’ex colonia marina Costanzo Ciano, oggi inglobata nel più ampio sistema di servizi per il turismo realizzato dall’EFA (Ente friulano di assistenza) a Lignano Sabbiadoro, costituisce al contrario un esempio di valorizzazione patrimoniale senza declino, che proprio sul mantenimento di forme di turismo sociale e sulla collaborazione con le altre parti della città e della società locale ha costruito la propria fortuna.
1934-39: il progetto di Pietro Zanini
Il nucleo di base dell’attuale area denominata “Bella Italia EFA Village” ha infatti origine dal 1934, quando Pietro Zanini (tra i protagonisti dell’architettura friulana tra le due guerre, con Provino Valle, Cesare Miani, Ermes Midena e Cesare Scoccimarro) vince il concorso per la colonia elioterapica di Lignano, poi inaugurata l’8 luglio 1939.
L’area è da qualche anno al centro dell’attenzione dei promotori dello sviluppo turistico di Lignano, come dimostra la produzione di numerosi progetti tra il 1927 e il 1934 da parte di Valle, estensore nel 1928 del piano regolatore per il nuovo centro turistico. Piano che prevedeva la costruzione della colonia nella parte più orientale della penisola, mentre il concorso la sposta al centro, a fare da perno a un’espansione della località marittima supportata anche dall’operatore pubblico, che farà di Lignano il centro per il turismo di massa del dopoguerra.
Gli anni del dopoguerra
Dopo il conflitto mondiale, la struttura è acquisita dal commissariato per la Gioventù italiana e già dal 1946 il neocostituito EFA vi realizza, all’interno del più vasto piano della Pontificia commissione di assistenza ai profughi, un piano dedicato ai reduci dai campi di prigionia della guerra, volto sia a ristabilire la loro salute, sia al reinserimento nel mondo del lavoro, dando vita alla prima scuola professionale friulana. Nel 1952 la colonia viene acquistata, così come vengono acquisite nuove aree di pineta e di spiaggia contermini, per la realizzazione di nuove strutture: la Colonia San Pio X, la Casa della Gioventù, due Case per ferie e un Soggiorno, che vedranno nel tempo affiancarsi alle attività turistiche e didattiche (del 1954 l’apertura di scuole elementari parificate), quelle assistenziali legate a calamità ed emergenze: la frana del Vajont, il terremoto del 1976, i profughi albanesi nel 1991. Al contempo, gestita da enti assistenziali fino all’arrivo nel 1995 della cooperativa Getur, l’insediamento ospita sia bambini e ragazzi assistiti dalla Regione, sia figli di dipendenti di varie società: dalla Fiat alla Star, dall’Italcantieri all’Alitalia.
Il vincolo paesaggistico del 1990, i nuovi impianti sportivi e il turismo differenziato
Su questa base si fonda l’ultima innovazione, legata ad una sempre maggiore specializzazione nel settore del turismo sportivo, che porta a costruire nel 2004-05 un palazzetto dello sport e una piscina olimpionica coperta, cui si sommano altri impianti per eventi sportivi e ricreativi, aperti anche alla popolazione residente, per un deciso allungamento della stagione turistica.
Collocata a fare da cerniera tra il centro più consolidato e i nuovi nuclei di fondazione disegnati da Marcello d’Olivo e Luigi Piccinato, Lignano Pineta e Lignano Riviera, quest’area di circa 70 ettari deve proprio al suo essere stata gestita e curata dai principali attori regionali del turismo sociale la sua conservazione. L’edificio della “colonia grande” è tutelato da vincolo paesaggistico (con l’intera pineta) fin dal 1990, così come da un vincolo monumentale ope legis e dal Piano paesaggistico regionale approvato nel 2018.
L’adeguamento dell’interno della struttura alle necessità dell’offerta turistica non ha modificato gli esterni, ma un’evidente criticità è data dalla gestione del verde, pur oggetto di un piano di gestione forestale dal 2006. Originariamente fronte mare, il fronte principale della colonia si cela ora nella fascia di pineta cresciuta davanti ad essa, mascherando la torre centrale e annullando il rinvio tra l’orizzontalità delle ali laterali e l’orizzonte marino, nel quale si declinava la mediterraneità del linguaggio architettonico.
Gestendo i 2.900 posti letto disponibili, quasi 700 dei quali nella “colonia grande”, la cooperativa che si occupa dell’Efa Village è stata fino a un anno fa in grado di garantire un’apertura continua di spazi per turisti con le più varie necessità, dal turismo per gruppi giovanili e famiglie, ai raduni per varie confessioni religiose, alle manifestazioni sportive, all’organizzazione di eventi come la prima tappa del “Jova Beach Party”, nel 2019. Il tutto, consentendo alla cittadinanza di fruire dei suoi impianti sportivi, valore aggiunto rilevante per l’attrattività di Lignano. Continuando a investire sul turismo sociale, questa colonia non ha tradito la sua natura originaria di casa comune, e associa oggi la capacità di sviluppare legami tra le persone con quella di valorizzare il territorio.
Alessandra Marin, architetto, è PhD in Pianificazione territoriale e sviluppo locale. Professore associato presso l’Università di Trieste, insegna Progettazione urbanistica, Nozioni di gestione dei rischi naturali e coordina il Laboratorio di Progettazione integrata di città, territorio e paesaggio.