L’ex Colonia Marina Francesco Sartori di Funtanazza in un’immagine attuale, foto di Cristian Livolsi tratta da: sardegnadigitallibrary.it

Arbus: la Francesco Sartori, una balena spiaggiata e spoliata

Arbus: la Francesco Sartori, una balena spiaggiata e spoliata

La struttura, legata allo sviluppo minerario sardo, è tutelala ma a rischio demolizione per fare posto a un albergo di lusso

 

Published 20 gennaio 2021 – © riproduzione riservata

ARBUS (SUD SARDEGNA). Qui l’estate è un vero e proprio paradiso. Lo ricorderanno certamente i bambini e le famiglie ospitate nella colonia marina Francesco Sartori a Funtanazza, dismessa da quasi 40 anni e da diversi mesi al centro di un dibattito che vede da una parte l’impresa e dall’altra lo Stato. Per semplificare: da una parte l’interesse personale e imprenditoriale e dall’altra quello pubblico della memoria condivisa e del bene comune.

La vicenda della colonia, realizzata dalla società mineraria di Montevecchio, è un caso di grande interesse che si muove tra storia e cronaca. E la parte di cronaca è forse la più avvincente, perché mostra con un esempio concreto di quanto sia difficile parlare di memoria storica quando trattiamo l’eredità del ventesimo secolo e la sua difficile tutela.

 

Oggi, un incessante degrado

Andiamo con ordine. Protagonista è il progetto dell’ingegnere e urbanista viareggino Mario Gucci (1956), un vero capolavoro di architettura moderna, oggi purtroppo fortemente degradato, tanto cadente che ci appare ormai come lo scheletro di una balena abbandonato su una spiaggia, un essere un tempo magnifico e possente, oggi preda di un incessante processo di spoliazione e deterioramento che ne porta al disfacimento.

Questo edificio è carico di storia, sostantivo che potremmo anche declinare al plurale, in quanto ricco di “storie”. La colonia, infatti, è parte integrante delle vicende sociali e strutturali della storia mineraria sarda, in modo speciale dell’arburense, così che possiamo leggere il complesso di Montevecchio, con tutte le sue strutture abitative, le miniere con i pozzi di estrazione, le laverie e le officine, come parte della storia industriale di tutta l’area.

Nasce negli anni cinquanta in uno specifico contesto economico globale in cui gli Stati Uniti entrano in guerra con la Corea del Nord, modificando le richieste di materie prime e incentivando la produzione delle società minerarie, tra le quali proprio la Montevecchio, legata alla Montecatini. Viene inoltre costruita non a Cagliari, sulla spiaggia del Poetto, bensì sulla costa nord rispetto alle miniere di Montevecchio, così che possiamo interpretare il suo progetto come parte di un disegno che investe tutto il territorio e di cui fanno parte anche la colonia Dux al Poetto (Ubaldo Badas), quella di Porto Paglietto di Portoscuso (Saverio Muratori, oggi demolita) e infine la colonia marina sulla spiaggia di Piscinas.

 

Domani, un albergo a 5 stelle?

Il carico di memoria che porta con sé la Sartori ha nel suo futuro, forse, la sua trasformazione in un lussuoso albergo a 5 stelle. Si comprende che le vicende di un manufatto di tali dimensioni e in una tale posizione privilegiata sul mare non riguardano solo l’edificio, ma anche il Piano paesaggistico regionale, che ha rischiato di essere modificato da una legge regionale approvata il 13 luglio dalla giunta Solinas, dichiarata poi anticostituzionale dal ministro dell’ambiente Sergio Costa nell’agosto 2020, perché cancellava il principio di co-pianificazione tra Governo e Regioni in materia ambientale, lasciando alla sola Regione l’autorità di decidere sui vincoli che interessano le coste.

La maggiore libertà avrebbe spianato la strada alla società Riva di Scivu, di Renato Soru, per sostituire l’edificio (di cui è proprietaria dal 2003) con un hotel a 5 stelle, sebbene il piano urbanistico di Arbus (del dicembre 2019, poi modificato) comprenda quest’area tra le zone in cui non sono consentiti interventi di questo tipo, essendo considerata “centro storico di particolare interesse storico e ambientale”.

 

In mezzo, il vincolo di tutela

La battaglia va avanti per molti mesi sino a inizio dicembre 2020, con l’atto di tutela della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna, che impone un Decreto di tutela ex D.Lgs 22.01.04 n. 42. Da quel momento la colonia diviene esplicitamente un bene sottoposto a tutela. Si tratta di un bene culturale e, dunque, qualcosa di più di un mero incentivo allo sviluppo. Ha un carico e un portato sociale, emotivo, storico e antropologico (anche per chi vi ha lavorato), architettonico e urbanistico, economico, relazionale, legato dunque, come leggiamo nel provvedimento, “alla storia sociale, economica e industriale della Sardegna e che si accosta al precedente vincolo del 1989 sulle miniere, il villaggio e le altre strutture di Montevecchio, integrandone un tassello fino ad oggi mancante”.

Non lasciamo che la parola passi al TAR, promuoviamo un’azione che superi il mero vincolo per arrivare alla reale tutela, con un progetto architettonico di qualità che concili le esigenze di un riutilizzo compatibile con la conservazione e che sia rispettoso della storia e del significato dei luoghi e del bene architettonico nel suo contesto. Esistono infatti esempi virtuosi in cui questa tipologia architettonica è stata integrata nella contemporaneità. Esempi sono la colonia “Le navi” (XXVIII ottobre per i figli degli italiani all’estero), progettata da Clemente Busiri Vici (1934) e oggi parte del complesso dell’Acquario di Cattolica (Rimini), e la colonia Fiat di Vittorio Bonadè Bottino (1937) a Sauze d’Oulx (Torino), oggi albergo. Entrambi vivono una nuova vita integrati nella realtà cittadina portando con sé parte della funzione originale di accoglienza e svago.

 

Autore

  • Emma Tagliacollo

    Componente del Comitato Scientifico di IN/Arch, responsabile del percorso di formazione Storia e Critica per il CTF, componente della Commissione parità di genere sempre per l'Ordine degli Architetti di Roma e provincia. Già Segretaria di IN/Arch Lazio e di DO.CO.MO.MO Italia, è esperta di pratiche urbane e ricercatrice indipendente specializzata nel patrimonio culturale. Si occupa di temi del moderno ed è autrice di contributi, anche video, sulle trasformazioni urbane e sulla valorizzazione dei beni culturali. Ha lavorato come ricercatrice al CNR e all'Università Sapienza di Roma sui temi dei centri storici minori e della partecipazione come governance e strategia innovativa di valorizzazione. Ha collaborato in Cina con WHITRAP UNESCO per l’applicazione del Paesaggio Storico Urbano. Dall’esperienza sul campo ha ideato e curato il progetto “Passeggiate fuori porta” con CNR e IN/Arch Lazio. È dottore di ricerca e specializzata in “Restauro dei monumenti architettonici” all'Università Sapienza, dove ha insegnato Restauro e Progettazione architettonica e dove è stata titolare del corso di Teoria e storia del design.

    Visualizza tutti gli articoli