Il Kleines Café di Vienna chiuso per i provvedimenti restrittivi messi in vigore per contenere l’emergenza (© Laura Frediani)

L’era Covid-19 in Austria, fra centralismo e regionalismo

L’era Covid-19 in Austria, fra centralismo e regionalismo

 

Il Coronavirus ha colpito, portando lo stop ai cantieri ma anche sovvenzioni straordinarie di 6.000 euro per tre mesi, rifinanziabili, a piccoli imprenditori, professionisti e commercianti colpiti dalla crisi. L’Ordine nazionale degli Ingegneri e Architetti sta lavorando con il governo centrale e ha commissionato un’indagine che evidenzia una crescita notevole della disoccupazione

 

 

L’Austria ha affrontato l’emergenza Covid-19 con il vantaggio di aver potuto prima osservare la situazione italiana e i suoi sviluppi. In questo modo è stato possibile evitare alcuni errori e, soprattutto, ricorrere alle misure speciali di controllo sanitario in forma preventiva. Il sistema sanitario austriaco è ben più solido di quello italiano, che per decenni è stato smantellato senza una vera politica nazionale nel settore, e ha retto molto meglio all’impatto dei ricoveri in terapia intensiva.

Anche qui sono stati approntati reparti ospedalieri di emergenza in varie strutture disponibili, ma non si è assistito alle scene drammatiche che abbiamo visto in Lombardia. Grazie a un contenimento efficace della diffusione del virus, l’Austria si appresta, tra le prime nazioni in Europa, a riaprire gradualmente le attività commerciali di minore frequenza già dopo le feste pasquali.

 

La crisi e le strutture professionali

Lo stato di emergenza, che vige comunque dall’11 marzo (riconoscimento ufficiale della pandemia da parte dell’OMS), ha travolto tutte le strutture professionali del paese. Le scuole, le università e, naturalmente, i cantieri di ogni tipo sono stati bloccati, con conseguenze gravi per l’attività dei Ziviltechniker (architetti e ingegneri) austriaci*.

La Bundeskammer der ZiviltechnikerInnen Arch+Ing (l’Ordine nazionale Ingegneri e Architetti) offre a tutti gli iscritti informazioni dettagliate e aiuto legale.

All’indomani della chiusura dei cantieri, essa ha svolto una accurata indagine statistica, di cui possiamo anticipare alcuni risultati parziali nonostante siano ancora in fase di elaborazione. Dai primi dati si ricaverebbe che circa il 75% delle pratiche e dei permessi stanno subendo ostacoli o rallentamenti da parte degli enti locali; che circa l’80% degli studi professionali non è riuscito a proseguire, in tutto o in parte, l’attività progettuale già iniziata; che il 30% degli incarichi professionali è stato disdetto o ridotto; che nell’85% dei casi l’inizio dei progetti è stato rinviato a una data successiva; che circa il 40% delle imprese edili hanno richiesto sovrapprezzi a causa delle mutate condizioni di lavoro.

Le conseguenze economiche, anche sul piano dell’occupazione, sono state notevoli: la disoccupazione, soprattutto fra gli architetti più giovani, è cresciuta in maniera sensibile.

 

Le azioni del governo: sovvenzioni e il lavoro breve

Il governo centrale, retto da una coalizione di cristiano-conservatori e verdi, ha varato velocemente dei sostanziosi pacchetti di sostegno per l’occupazione e l’economia.

Un primo Härtefall-Fonds (fondo di emergenza) è stato reso operativo attraverso la WKO – Wirtschaftskammer Österreich (Camera di commercio austriaca). Esso è pensato come sovvenzionamento straordinario (di circa 6.000 € per tre mesi, eventualmente da rifinanziare) a favore dei piccoli imprenditori, professionisti e commercianti colpiti frontalmente dai provvedimenti di chiusura delle attività produttive.

Contemporaneamente è stato approvato e applicato un più ampio intervento finanziario di sostegno per gli imprenditori, allo scopo di evitare la perdita di posti di lavoro: il cosiddetto modello KUA – Kurzarbeit (lavoro breve).

Il KUA offre ai datori di lavoro cospicui finanziamenti pubblici e la possibilità di andare in deroga alle norme usuali dei contratti di categoria per ridurre temporaneamente l’impegno lavorativo dei dipendenti fino al 10%, a patto di rinunciare ai licenziamenti. Tutti i costi normalmente a carico dei datori di lavoro sono sostenuti, infatti, dallo Stato fino all’80%-90% per il periodo di tre mesi (salvo prolungamento), con un impegno economico molto superiore ai consueti strumenti di cassa integrazione. A questo si aggiunge, infine, una linea di crediti agevolati per imprese medio-piccole, garantiti per 5 anni dallo Stato.

Sebbene il pacchetto complessivo di interventi valga circa 40 miliardi di euro, è difficile valutare, al momento, l’efficacia delle misure intraprese. Nonostante le agevolazioni burocratiche per un accesso semplificato e diretto ai fondi di sostegno, il numero dei disoccupati è in ascesa, anche per la difficoltà oggettiva di rendere immediatamente esecutive le norme di emergenza.

 

I cantieri

Fin qui le norme generali che coinvolgono tutti gli imprenditori e, di riflesso, anche i liberi professionisti. Un aspetto particolare riveste, invece, la situazione dei cantieri edili, che sono stati immediatamente chiusi per effetto delle prime ordinanze restrittive emanate dal governo.

Per sbloccare la situazione, sono stati avviati a livello regionale tavoli congiunti fra istituzioni locali e ordini professionali con lo scopo di giungere alla definizione di leggi mirate all’introduzione di misure provvisorie di salvaguardia per le opere già in fase di realizzazione (prolungamento dei tempi di consegna, svincolo da penali, slittamento delle scadenze dei finanziamenti pubblici, ecc.). Non senza forti pressioni della potente lobby dei costruttori, questo processo si è concretizzato in un successivo incontro fra le parti sociali e il governo centrale, che ha portato alla definizione di un preciso catalogo di misure sanitarie protettive, il cui rispetto ha consentito la riapertura parziale di molti cantieri, soprattutto quelli di opere pubbliche. Questo riavvio parziale dei cantieri ha allentato la morsa della crisi per molti imprenditori nel settore delle costruzioni e per numerosi studi professionali.

 

L’azione della Bundeskammer Arch+Ing

La Bundeskammer Arch+Ing sta sviluppando una stretta collaborazione fra il legislatore, le amministrazioni locali e le strutture professionali. Da questo punto di vista, un elemento importante del sostegno specifico alle attività di progettazione è stato individuato nella possibilità di applicare il cosiddetto Ausnahmeverfahren (procedura eccezionale) che già esiste nella Bauordnung (legge edilizia) di diverse Regioni, come ad esempio in quella di Vienna.

Questa procedura amministrativa semplificata fissa un limite massimo di tempo (da 1 a 3 mesi) per l’approvazione di un progetto edilizio da parte delle amministrazioni pubbliche in presenza di un tecnico terzo come garante. L’applicazione di questa procedura, che potrebbe agevolare la ripresa delle attività professionali, è tuttavia ancora in fase di discussione preliminare.

 

La cultura

Le attività culturali sono tra quelle più direttamente colpite dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria. Molti musei e istituzioni pubbliche si stanno muovendo sulle proprie piattaforme e sui social media.

Si segnala, fra le tante, l’iniziativa “CORONA in Wien” del Wien Museum (il Museo della città di Vienna) che sta raccogliendo immagini e video della capitale in tempo di emergenza, allo scopo di tramandare ai posteri le conseguenze della pandemia COVID-19 nella società urbana del XXI secolo.

Più in generale, per tutti, le domande sono sempre le stesse: quanto potrà ancora durare? Che eredità ci lascerà questa emergenza? Come ripartire?

 

*In Austria le strutture libero-professionali sono tradizionalmente organizzate intorno alla figura del Ziviltechniker (letteralmente: tecnico civile) che comprende sia architetti che ingegneri, di qualsiasi specializzazione, e sono disciplinate da una apposita legge (Ziviltechnikergesetz). I Ziviltechniker austriaci rivestono, grazie al loro statuto legale, una posizione unica in Europa: essi agiscono, infatti, secondo il presupposto di öffentlicher Glaube (fede pubblica) ed hanno una serie di compiti e privilegi che, rispetto ai liberi professionisti tradizionali, li caratterizza come una sorta di pubblici ufficiali.

 

 

Autore

  • Gianluca e Laura Frediani

    Gianluca Frediani è architetto e docente universitario. Vive lavora e insegna fra Italia e Austria. Dopo la laurea a Napoli, ha conseguito il Dottorato di ricerca presso l’Università “La Sapienza” di Roma (1992) e presso la TU di Vienna (1996). Dal 1993 insegna Progettazione architettonica presso l’Università di Ferrara, dove ha fondato il centro ricerche ARCDES. Nel 2002 ha conseguito la libera docenza universitaria presso la TU di Graz, dove ha insegnato per diversi anni e dove oggi figura fra i docenti dell’Institut für Stadt und Baugeschichte. È autore di articoli, saggi e monografie su diversi temi della progettazione architettonica e urbana, con una particolare attenzione rivolta ai temi della riqualificazione urbana. Laura Frediani studia architettura presso la TU di Vienna e la ETSAM di Madrid. Nel 2017 ha vinto il Pfann-Ohmann-Preis con un progetto di trasformazione urbana per il centro storico della capitale austriaca. Ha partecipato a numerosi workshop internazionali di progettazione e collabora con alcune riviste di architettura. I suoi interessi si focalizzano sulle intersezioni fra architettura, arte e fotografia

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