Inarcassa: 100 milioni, per cominciare
Dopo l’esclusione di fatto dei liberi professionisti con cassa privata dalle misure del decreto “Cura Italia”, la cassa pensionistica di ingegneri e architetti è stata l’unica a muoversi in modo straordinario, rispondendo prontamente
In questi giorni il mondo delle professioni è in subbuglio per via del decreto “Cura Italia” e delle modeste azioni da parte del Governo e delle casse previdenziali. Principalmente, ciò che ha creato scalpore è stata l’esigua somma messa a disposizione per i liberi professionisti dal decreto; appena 300 milioni per una popolazione di circa 1.650.000 persone e che corrisponde, quindi, a circa 181 euro a professionista, un importo molto lontano dai 600 euro garantiti a tutti. Importo esiguo a cui, a meno d’interventi dell’ultim’ora a cui l’Adepp (Associazione degli enti previdenziali privati) sta lavorando, sembra attingano anche i lavoratori dipendenti.
Che cosa accadrà quindi? Presumibilmente la somma erogata dal Governo sarà trasferita alle casse private in proporzione al numero d’iscritti. Le casse provvederanno poi a gestire queste somme, accollandosi la patata bollente dell’assenza di copertura economica. Parallelamente, le casse private cosa stanno facendo? Accomuna più o meno tutte un posticipo dei pagamenti previdenziali. Per quasi tutte le casse il sostegno finisce qui.
Quanto vale la vita di un architetto?
Proprio in questi giorni Inarcassa è stata presa di mira sui social da diversi post di associati insoddisfatti. In particolare, ha avuto un grande risalto mediatico un post dal titolo “Il valore della vita di un architetto (secondo Inarcassa)” in cui si ironizza in modo sarcastico su una delle azioni messe in campo dalla Cassa degli architetti ed ingegneri per l’emergenza Covid-19 e che prevede, nel caso di morte di un libero professionista, un sussidio al nucleo familiare di 5.000 euro. Un articolo ben scritto che trova terreno fertile nel malumore generale causato da una grave emergenza in un momento di pesantissima crisi del comparto edilizio. Un articolo che sbeffeggia la Cassa degli architetti e degli ingegneri per essersi permessa di elargire un sostegno economico.
Possiamo scherzare, ironizzare ed esorcizzare le nostre paure e le difficoltà, ed è bene farlo perché rispondere con un sorriso è l’arma più forte quando tutto è buio. Ma prima di farlo, in questo caso, bisognerebbe avere maggiore consapevolezza delle tematiche previdenziali, conoscenza del contesto, e delicatezza perché con la morte si può scherzare ma con il dovuto rispetto. Chiederei all’autore di quell’infelice articolo: quanto vale la vita di un architetto, un ingegnere o anche un semplice cittadino per lo Stato? Quanto vale per la Regione Lombardia o la Regione Veneto? Quanto vale per la Regione Abruzzo? Chiederei ancora a questo collega: quanto vale la vita di un medico per l’Enpam o di un avvocato per la Cassa forense? Quanto quella di un rappresentante per l’Enasarco o di un commercialista per il Cnpadc? Quanto vale infine la vita di un geometra per il Cipag? Si è posto forse questa domanda, prima di divertirsi a scrivere su un tema così delicato? Si è reso conto di quanta disinformazione e alimentazione di un clima di odio si produce con un articolo del genere in un momento in cui tutti quanti noi dovremmo fare uno sforzo per essere uniti nel tentativo di dare un valore alla vita? Una risposta a tali domande la può dare la seguente tabella, in cui sono sintetizzati gli interventi messi in atto dalle principali casse previdenziali private a sostegno dei propri iscritti in questo momento:
È chiaro che i sussidi in caso di morte o malattia sono erogati al momento solo da Inarcassa e rappresentano solo una delle azioni messe in campo. Nessuna somma può restituirci un familiare, e certo non è questo l’intento di Inarcassa. Farne ironia è un atto fuori luogo, in questo momento dove davvero molte famiglie stanno piangendo, perché si piange un uomo in primis, architetto, medico, avvocato o disoccupato che sia.
Uno stanziamento straordinario
Tornando ad un discorso di sostegno economico, ciò su cui dovremmo soffermarci invece, è lo stanziamento straordinario di 100 milioni: una somma senza precedenti, un modello per tutte le casse previdenziali ed anche per l’Inps. Come anticipato dal presidente Inarcassa Giuseppe Santoro, seguiranno anche altre azioni.
C’è molto da fare in Inarcassa, non c’è dubbio, la previdenza è un mondo in costante cambiamento, ma in questo difficile momento certo non possiamo dire di sentirci abbandonati dalla nostra cassa. Inarcassa c’è, è bene saperlo.
Architetto libero professionista, vive e lavora a Pescara. Tra i primi in Italia nel settore delle riviste digitali, ha ideato e diretto dal 2002 al 2012, Channelbeta, rivista internazionale di architettura, 1° Premio “E-Content Award 2008” sezione Cultura, Premio riconosciuto con la Targa d’Argento della Presidenza della Repubblica Italiana. Dal 2009 per due mandati riveste il ruolo istituzionale di Consigliere dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Pescara, rivestendo vari
ruoli istituzionali. Dal 2015 è delegato degli architetti della provincia di Pescara al Comitato Nazionale Inarcassa.