“Il Parco del Ponte” è stata democrazia, trasparenza e partecipazione
Iole Corsi, Responsabile unico del procedimento del concorso vinto dallo studio di Stefano Boeri, risponde alla lettera di Rodolfo Priarone
Published 19 aprile 2021 – © riproduzione riservata
Con riferimento alla lettera di Rodolfo Priarone, sono rimasta a dir poco sconcertata della visione proposta del concorso progettuale pubblico come strumento “inutile, trappola senza uscita, espressione di mancanza di idee”, quando esso è altresì uno strumento di democrazia, trasparenza, partecipazione nonché di confronto di idee, alternativa ad altre forme di selezione più discrezionali e contingenti.
Preferisco entrare nel merito rispondendo alle affermazioni emerse dalla lettera relative al concorso “Il Parco del Ponte”, di cui sono stata Responsabile unico di procedimento, affermazioni che sembrano rilevare una carente conoscenza del processo così come pubblicamente documentato:
– il concorso è stato finalizzato all’acquisizione di un masterplan dell’ambito urbano interessato dal nuovo viadotto autostradale (68 ettari) e, come primo sviluppo progettuale, di un progetto di fattibilità tecnica ed economica di un nuovo spazio urbano (12 ettari) relativo alle aree direttamente coinvolte
– il concorso è stato indetto in forma aperta e anonima, in due livelli. Per il suo svolgimento è stata adottata la piattaforma del Consiglio nazionale degli architetti, a garanzia della qualità del metodo di selezione, al fine di pervenire a risultati rispondenti agli obiettivi di rigenerazione fissati
– le linee guida non sono retoriche, ma richiedono prestazioni: prestazioni individuate tramite un lavoro approfondito, che ha esaminato tematiche urbanistiche e ambientali, avvalendosi di un tavolo partecipato dai Municipi, dalle istituzioni, dai soggetti economici e dall’Università; da tale lavoro sono scaturite le linee guida, riferimento delle proposte di concorso e dei criteri di valutazione del Bando
– la fase concorsuale e quella successiva sono state inoltre accompagnate da un processo partecipativo con la popolazione che ha contribuito agli sviluppi progettuali
– al primo livello hanno partecipato 31 gruppi di progettazione, di cui 6 ammessi al secondo. Il bando ha richiesto che ogni gruppo fosse composto da diverse professionalità e comprendesse almeno un giovane professionista
– le sedute di valutazione sono state svolte in forma anonima da una commissione composta da professionisti di alto livello, e si sono avvalse di criteri in materia urbanistica, architettura, verde urbano, innovazione tecnologica e risparmio di energia. Il progetto del masterplan vincitore è quindi scaturito da tutto l’intero processo e risultato il più idoneo alle esigenze di rigenerazione richieste dal bando (raggruppamento Boeri)
– il bando ha previsto che il vincitore fosse incaricato del progetto di fattibilità tecnica ed economica del lotto di contesto al nuovo ponte, comprensivo dei luoghi dedicati alla memoria delle vittime del crollo, progetto oggi in corso di sviluppo ed attuazione
Il processo in questione è stato segnalato a livello mondiale nel 2020 dall’Unesco per la metodologia adottata, di concerto con il Consiglio nazionale degli architetti, volta ad assicurare la qualità della selezione e dei risultati.
Mi permetto di indicare nel testo della lettera alcune osservazioni, quali quelle relative alla pista ciclabile dei “criceti”, alla “torre del vento” e alla previsione del bando d’installare una nuova attività produttiva nel contesto del nuovo viadotto. Tali osservazioni non sono ammissibili senza conoscere tutta la documentazione e gli studi prodotti a base del bando e in sede di progetto (mobilità e innovazione tecnologica); il progetto vincitore è supportato da uno studio sugli aspetti energetici e tecnologici e il bando promuove la riqualificazione del comparto produttivo danneggiato dal crollo.
Osservo che il progetto del masterplan riguarda una parte di città e una comunità locale gravemente provata, che oggi necessita di proseguire il processo di rigenerazione iniziato.
Anna Iole Corsi è architetto, impegnata dal 1980 nella pianificazione urbana presso la Regione Liguria e dal 2000 presso il Comune di Genova, dove ha svolto il ruolo di Direttore Urban Lab. È stata RUP del vigente Piano Urbanistico genovese adottato nel 2011; dopo il crollo del ponte Morandi, nel 2018, è stata RUP del concorso di progettazione “Il parco del Ponte” per il masterplan di rigenerazione delle aree nel contesto del nuovo ponte e del relativo sviluppo progettuale. Ha seguito il progetto europeo UNALAB – (Horizon) per la riqualificazione della ex caserma Gavoglio (parco urbano con soluzioni nature based).