Genova, Torino, Udine e Bergamo: gli stadi italiani
In un panorama frammentato e controverso gli esempi di nuovi stadi di qualità sono pochi, firmati da realtà iper-specializzate, tra Stato assente e investitori privati che provocano polemiche
Published 4 giugno 2021 – © riproduzione riservata
Patrimonio “pesante”, burocrazia ingessata, scarsa innovazione progettuale. Le condizioni del “caso Italia” si traducono in un panorama di stadi e strutture sportive frammentato, poco dinamico, sicuramente controverso. Oggetto di scontro prima ancora che di confronto. In cui società sportive (calcistiche per la maggior parte) e amministrazioni pubbliche si trovano spesso a duellare su opposte barricate, dove il ruolo dello Stato (leggi Coni) è ormai sostanzialmente assente e gli investitori privati, quando cercano di entrare in partita con la maglietta della sponsorizzazione, provocano forti polemiche, senza fare nulla, d’altra parte, perché ciò non accada.
Non sorprende, in questo quadro, che gli esempi di nuove architetture sportive di qualità siano eccezioni e che le firme sui progetti siano prevalentemente di società di ingegneria iper-specializzate sugli aspetti infrastrutturali. Per ritrovare qualche nome dello star system dobbiamo tornare ai Mondiali di Italia ’90 con Renzo Piano che costruisce il San Nicola di Bari (esempio di stadio extraurbano isolato) e Vittorio Gregotti (probabilmente il più prolifico architetto italiano di strutture sportive) che riqualifica completamente, settore dopo settore, lo stadio di Genova, nel cuore della città.
Senza nessun grande evento, il settore della progettazione di stadi è stato, negli ultimi 30 anni, caratterizzato da qualche fuga in avanti (l’attuale Mapei Stadium di Reggio Emilia) e da una tendenza (aperta dalla Juventus e adesso perseguita da un numero sempre più consistente di società) di natura prevalentemente imprenditoriale e commerciale, che sembra avere la meglio sulle istanze architettoniche.
Conta il nome (dello sponsor), conta la proprietà (o la firma su convenzioni lunghe decine di anni), contano i servizi che si è capaci d’integrare intorno al campo da gioco e sotto gli spalti. Mentre le identità dei singoli impianti sembrano sfumare in un linguaggio che accomuna, in ogni luogo della penisola, facciate e gradinate, coperture e superfici.
Così, la nostra gallery seleziona un itinerario che parte proprio dal quartiere genovese di Marassi – a simboleggiare un momento emblematico – e arriva a Torino con l’impianto che ha aperto, ormai 10 anni fa, la nuova stagione degli stadi italiani e che oggi inizia ad avere una serie di epigoni a testimoniare gli esiti possibili (i soli?) di un percorso fatto soprattutto di criticità e debolezze, d’indecisioni e rinunce.
Stadio – Luigi Ferraris di Genova
Caratteristiche: paradigma di stadio “urbano”, nel contesto denso del quartiere di Marassi. Oggi ha una forma compatta, con gradinate rettilinee su doppio livello – che ospitano fino a circa 37.000 spettatori – a ridosso del campo da gioco
Intervento architettonico più recente: Impianto completamente rinnovato per i Mondiali 1990, come riqualificazione della struttura originale del 1911
Progettista: Gregotti Associati International
Immagini: Matteo de Mayda
Stadio – Allianz Stadium di Torino
Caratteristiche: l’impianto, di proprietà della Juventus, ospita fino a 40.000 spettatori. Dal 2017 è ribattezzato Allianz Stadium. Compatto, è pensato esclusivamente per il calcio, con tribune rettilinee, su unico livello. All’esterno è impostato su una sorta di grande podio con 2 strutture alte 90 metri a sostenere la copertura
Intervento architettonico più recente: realizzato nel 2011 ex novo sul sedime del Delle Alpi, stadio costruito nel 1990 e demolito dopo meno di 20 anni di vita
Progettista: Gino Zavanella/GAU Arena
Immagini: Antonio Cunazza
Stadio – Dacia Arena di Udine
Caratteristiche: in pianta è composto da una C omogenea, mentre la tribuna centrale (originaria) ha una sua autonomia formale. L’intervento recente – che ha integrato significativamente gli usi e le funzioni – ha ridotto la capienza a 25.000 posti e ha rinnovato l’immagine architettonica con una pelle esterna di elementi metallici traslucidi
Intervento architettonico più recente: nel 2016 viene completata la riqualificazione: lungo percorso di trasformazioni del “vecchio” Friuli, costruito a metà anni settanta
Progettista: intervento realizzato per parti, con progettisti diversi
Immagini: Udinese Calcio spa
Stadio – Gewiss Stadium di Bergamo
Caratteristiche: aveva una forma ellittica con le due curve planimetricamente ad arco. La sua ridefinizione sta modificando significativamente l’identità (oltre al nome e alla proprietà), con un nuovo settore coperto, la cui struttura è rivestita completamente da lamine metalliche. Unisce elementi della costruzione originale (le due tribune) con aggiunte ed ibridazioni
Intervento architettonico più recente: iniziato nel 2019, è ancora in corso. Si tratta di una realizzazione per parti, sullo stadio originale del 1927
Progettista: De8 Architetti
Immagini: Atalanta Calcio