Deohrs in via Paolo Sarpi (© Isabella Spagnolo)

Come vivere insieme? Spazi pubblici alla prova

Come vivere insieme? Spazi pubblici alla prova

 

Le operazioni che stanno ridefinendo usi e immaginari urbani, tra casi di successo, tendenze e rischi

 

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Mai come ora lo spazio pubblico è un problema, a Milano e in tutte le città europee. Se nei mesi del lockdown lo spazio pubblico deserto aveva permesso di mettere a fuoco un’immagine inedita delle città, la pandemia ci consegna nuove sfide per la progettazione di spazi che dovrebbero essere insieme sicuri e capaci di ospitare una molteplicità di pratiche e popolazioni, reinventando così la logica e la pratica della prossimità. In definitiva, per usare Roland Barthes, si tratta di comprendere “come vivere insieme”. Sapendo che il con-vivere, lo stare nella prossimità richiede un pensiero nuovo dello spazio e del tempo.

Come stare a distanza nello spazio pubblico? Qual è la buona distanza? Distanziamento e contatto vanno pensati insieme, nelle loro reciproche relazioni. Il nostro mondo urbano, e dunque Milano, dovrà riattivare nuove danze del fare distanza, nuove prossemiche dell’avvicinamento e dell’allontanamento. Su questo sfondo, oggi, vanno pensate politiche e progetti per lo spazio pubblico nella città. Senza dimenticare che la rappresentazione di Milano come città aperta e dinamica, che ha dominato gli immaginari negli anni precedenti la pandemia, si è già nutrita di una rinnovata attenzione allo spazio pubblico, e in particolare a nuovi spazi aperti della condivisione.

Per pensare lo spazio pubblico milanese oggi dobbiamo prendere le mosse dal riconoscimento che alcune grandi trasformazioni sono state un successo perché, in qualche caso anche rompendo con le forme tradizionali del disegno urbano della città europea, hanno reinventato spazi pubblici, rendendoli luoghi utilizzabili e permeabili a una pluralità di usi e di popolazioni. In questo senso gli spazi pubblici di Porta Nuova, a partire da piazza Gae Aulenti e dalla Biblioteca degli Alberi, sono già diventati luoghi di una nuova idea dello spazio aperto nel cuore della città.
Al di là di ogni giudizio, pur necessario, sulla qualità dell’impianto urbanistico e del disegno urbano dei nuovi spazi pubblici milanesi, oltre che del progetto di architettura che li ha generati, molti nuovi luoghi, dalla Darsena all’area commerciale di CityLife, per fare solo due esempi, sono entrati prepotentemente nell’immaginario collettivo, anche in ragione della capacità di ospitare nuove forme della vita in comune, in una città sempre più caratterizzata da un pluralismo radicale delle forme di vita e delle pratiche d’uso dello spazio.

Ma il lavoro sullo spazio pubblico milanese non si è nutrito solo di grandi progetti. L’operazione “Piazze aperte a Milano”, che ha riguardato prevalentemente (ma con alcune eccezioni importanti, come il piazzale della stazione di Porta Genova) zone periferiche e che ha portato all’attenzione il paradigma del tactical urbanism, si è orientata innanzitutto a ridurre il peso delle auto, ma anche a conquistare ad usi collettivi spazi di risulta e in generale sottoutilizzati, coinvolgendo per quanto possibile le comunità insediate. L’operazione “Reinventing Cities”, e in particolare i progetti presentati nel Bando 2020 per il ridisegno di piazzale Loreto, mostrano inoltre una spinta alla rinaturalizzazione di spazi che per decenni sono stati sottratti a qualsiasi uso che non fosse quello automobilistico.

Questa rinnovata attenzione a spazi sicuri perché liberati dalle automobili, caratterizzati dalla flessibilità degli usi e da strategie di appropriazione variabile da parte di popolazioni diverse, è tuttavia soggetta ad alcuni rischi. Il primo è quello della privatizzazione, evidenziato dal proliferare spesso poco governato dei dehors dei locali che finiscono per colonizzare e occupare i marciapiedi e accentuato dalle regole del distanziamento. Il secondo è quello della natura effimera degli interventi, che non sempre sembrano in grado di prefigurare spazi permanenti, capaci di tenuta nel tempo. Il terzo è quello della connessione tra i singoli interventi e i contesti urbani nei quali si collocano, che richiede una cura non solo dal punto di vista del disegno urbano, ma anche sotto il profilo della costruzione sociale della cura e degli usi.

Alcuni progetti recenti sembrano lavorare per scongiurare questi rischi: il progetto di pedonalizzazione di piazza Freud, davanti all’ingresso della stazione Garibaldi, primo passo per riconnettere in un tessuto pedonale la stazione e piazza Gae Aulenti, mostra la rilevanza di concatenare tra loro spazi e percorsi. Il progetto per il Fossone di via Novara, che si propone di riattivare le giaciture e il sistema delle acque via via scomparse, opera nell’ambito di una strategia di rinaturalizzazione che deve essere continuamente misurata rispetto al disegno più generale dello spazio e della mobilità. La definizione progressiva e incrementale del Grande Forlanini, come parco metropolitano fortemente connesso alla spalla verde-azzurra del Lambro, offre indicazioni importanti sulla centralità della dimensione di policy e di management dei progetti.

Tali esempi, molto diversi tra loro, mostrano dunque come una politica efficace degli spazi pubblici abbia bisogno di un disegno urbano efficace, ma anche di un’attenzione alla dimensione sociale delle pratiche d’uso degli spazi e di una capacità di cura e gestione che deve coinvolgere l’amministrazione, ma anche gli attori sociali e gli utilizzatori.

 

Immagine di copertina: (© Isabella Spagnolo)

 

Gli spazi pubblici di Milano

Progetti segnalati nell’articolo
Parco Biblioteca degli Alberi a Porta Nuova (studio Inside Outside, Petra Blaisse, Piet Oudolf, studio Land)
Parco Grande Forlanini (in corso): progetto territoriale per una nuova dorsale di paesaggi, nel Parco Agricolo Sud
Fossone: area umida con laghetto tra via Novara e via Caldera, a cura del Centro Forestazione Urbana
Programma “Piazze Aperte”: trasformazione “tattica” di una serie di spazi pubblici di quartiere, che nell’ultimo anno e mezzo ha rigenerato 15 piazze. Tra gli interventi realizzati (scelti tra le 65 proposte presentate dai cittadini e associazioni): piazza Angilberto II – piazzale Ferrara nel quartiere Corvetto, Dergano (Bovisa), Porta Genova, via Spoleto, via Venini, via Martiri Oscuri (NoLo), via Abbiati (San Siro), piazza Gasparri (Comasina), piazza Santa Rita da Cascia (Barona). Tra i prossimi previsti: piazza Sicilia, piazza Minniti, che si andrà a connettere con il quadrilatero di via Toce all’Isola
Riqualificazione di piazza Freud, davanti alla stazione Garidaldi, in collegamento con piazza Gae Aulenti, a cura di RFI

Altri interventi significativi
Parco delle sculture e aree verdi collettive nell’ambito del Programma Integrato d’Intervento FieraMilanoCity/CityLife (Studio Gustafson Porter con !Melk e OneWorks): via Berengario, via Boezio, via Spinola, via Senofonte 
Piazza Compasso d’Oro – Premio Internazionale di Design a Porta Volta (Alessandro Sassi)
Parco lineare (Herzog & de Meuron, SD Partners) 
Piazza del Liberty in viale Crispi: nell’ambito del Piano Integrato d’Intervento viali Pasubio-Montello-Crispi, Bastioni di Porta Volta, piazzale Baiamonti (Foster + Partners)
Spazi collettivi nell’ambito del Programma Integrato d’Intervento Adriano/Cascina San Giuseppe, con Bando Periferie
Parco pubblico con aree pubbliche nell’ambito del Programma Integrato d’Intervento Cascina Merlata, in futuro collegamento con area MIND Expo
Aree verdi e collettive nell’ambito del Piano di lottizzazione Ansaldo – Besta – Bicocca
Parco dei Fontanili, nell’ambito del Programma Integrato d’Intervento Nitti – Parri

Altri progetti/programmi in corso
Programma “Strade aperte”: serie di progetti sulla mobilità urbana, a cura dell’amministrazione comunale. Ha l’obiettivo di realizzare nuovi percorsi ciclabili (anche come sola segnaletica), di incrementare le strade a velocità moderata, le zone 30 e le strade residenziali a prevalente mobilità pedonale e ciclabile, di ampliare i percorsi pedonali attraverso l’allargamento di marciapiedi, di prevedere pedonalizzazioni temporanee nei quartieri ampliando l’offerta per il gioco e l’attività fisica dei bambini. Progetti-pilota a Lazzaretto e Isola
Nuovo parco archeologico Anfiteatro romano comune: progetto di un Amphitheatrum naturae, ricostruito con elementi arborei sul modello di quello che esisteva in epoca romana
“Forestami”: progetto promosso da Città metropolitana di Milano, Comune di Milano, Parco Nord Milano, Parco Agricolo Sud Milano, ERSAF e Fondazione di Comunità Milano, che prevede la messa a dimora di 3 milioni di alberi entro il 2030 (ad oggi ne sono stati piantati circa 160.000). Da novembre gli alberi di questo futuro bosco diffuso saranno collocati al parco dei Fontanili, in via San Paolino alla Barona e al parco Andrea Campagna. https://forestami.org/
“MilanopiùVerde”: progetto di Assofloro Lombardia e Coldiretti Lombardia – con il patrocinio dell’Assessorato all’Urbanistica, verde e agricoltura del Comune e di Fondazione Symbola – per la promozione della riqualificazione dei giardini privati attraverso l’utilizzo del bonus verde e, più in generale, per promuovere azioni di rigenerazione della città attraverso il miglioramento degli spazi verdi.

Autore

  • Gabriele Pasqui

    Insegna politiche urbane al Politecnico di Milano. Dal 2013 al 2019 è stato direttore del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, dove ora coordina il Progetto Dipartimento di Eccellenza – “Fragilità territoriali”. Tra le sue pubblicazioni recenti: Università e cultura. Una scissione inevitabile? (con Laura Montedoro, Maggioli, 2020), Perché gli alberi non rispondono. Lo spazio dell’urbano e i destini dell’abitare (con Carlo Sini, Jaca Book 2020), La città, i saperi, le pratiche (Donzelli, 2020).

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