Abitare in montagna, oggi

Abitare in montagna, oggi

Pubblichiamo una lettera sull’esempio di Vione Laboratoriopermanente, che ha attivato un percorso per il recupero dell’architettura alpina

 

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Published 9 marzo 2022 – © riproduzione riservata

Pur in presenza di un contesto ambientale di qualità e spesso pregevole, vivere in montagna è sempre più difficile. Le difficoltà dei giovani a restare per mancanza di servizi e occasioni determinano l’invecchiamento della popolazione e l’abbandono di paesi e luoghi, con inevitabili processi di degrado. Attorno a quale tema iniziare a pensare e progettare un processo di ricostruzione sociale di una piccola comunità?

La strada scelta da Vione, comune bresciano in alta Valle Camonica, è quella della valorizzazione di un patrimonio architettonico storico, abbandonato ma presente, degradato ma recuperabile e soprattutto caratterizzante il tessuto urbano del piccolo borgo a cui gli abitanti sono ancora affezionati. Come in molte situazioni da aree interne, il paese è in netta decrescita demografica e, anche per questo, conserva molti edifici rurali o a funzionalità misto abitativa, testimonianza di quella civiltà contadina così ben documentata nel locale museo etnografico ‘Lzuf.

Per reindirizzare il futuro di questa piccola realtà è stato istituito un Laboratorio permanente (sostenuto dall’amministrazione comunale e dal Distretto culturale della Comunità montana di Valle Camonica, con la collaborazione di ArCA architetti camuni e del museo ‘Lzuf), con il compito di elaborare un modello di riflessione e intervento, nonchè di progettare e attuare azioni mirate a conservare la qualità del patrimonio edilizio in una prospettiva di sviluppo.

Prima mossa è stata l’allestimento di una mostra indirizzata principalmente alla comunità e costruita su misura per Vione, esposta in forma diffusa all’interno del centro storico. “Abitare, un paese, in montagna” presenta 23 progetti di recupero realizzati nell’intero arco alpino come esempi di metodo e intervento sulle nuove funzionalità da insediare nei piccoli borghi. I progetti selezionati, esemplari per tipologia d’intervento, funzioni insediate, committenza e qualità architettonica sono modelli anche per capacità d’innescare processi di rilancio sociale. In mostra i progetti sono illustrati con gigantografie, pannelli e steli, collocati in dialogo con case e fienili del paese, quasi a suggerire modalità d’intervento possibili proprio per gli edifici stessi. Attraverso questa modalità è stato possibile innescare un dialogo costruttivo con gli abitanti, sollecitati da esempi concreti.

L’avviato ciclo d’incontri con i progettisti presenti in mostra, oltre al confronto con Università, Soprintendenza, settori dell’edilizia di qualità, permette già ora di raccogliere idee per scrivere insieme la Carta di Vione: costruzione partecipata di un agile manuale operativo illustrato di buone pratiche di recupero del patrimonio edilizio. Strumento utile per accompagnare il processo di sensibilizzazione dei proprietari degli immobili e l’intervento progettuale, il documento può diventare un riferimento anche per altri piccoli paesi alpini.

Il coinvolgimento attivo dei residenti nel percorso di rigenerazione potrà consolidarsi nella terza fase, ancora più operativa. Una trentina di cittadini hanno reso disponibili altrettanti immobili per avviare, in estate, un vero e proprio laboratorio di progettazione partecipata fondato su specifici casi-studio. In questo modo s’intende coinvolgere direttamente gli abitanti, tendenzialmente concreti e un poco diffidenti, in un processo partecipato che possa contemplare rispetto del patrimonio storico e necessità abitative utilizzando, verificandoli, i contenuti della Carta.

 

Autore

  • Giorgio Azzoni

    Architetto, docente di Storia dell’architettura contemporanea, Teorie del paesaggio e Storia dell’arte Moderna all’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia. È consulente scientifico del MUSIL Museo dell’Industria e del Lavoro E. Battisti di Brescia e direttore artistico della rassegna di arte contemporanea aperto_art on the border del Distretto Culturale di Valle Camonica. Corrispondente scientifico della rivista di architettura e paesaggio alpino ArchAlp dell’Istituto di Architettura Montana di Torino

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