A Pisa, un nuovo grande ospedale, denso e connesso
Tra gli interventi toscani più rilevanti, il cantiere che, entro il 2025, libererà la sede storica centrale, oggetto di recupero
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Published 20 novembre 2023 – © riproduzione riservata
L’architettura per la sanità delinea il difficile connubio tra forma e funzione nel progetto, in particolare per l’esigenza del continuo adeguamento all’evoluzione tecnologica e alle diverse necessità degli utenti e della collettività, fornendo un innovativo servizio per far fronte ai continui cambiamenti dello scenario sociale, urbano ed epidemiologico. Per questo la progettazione dell’ospedale è un processo complesso, in cui è richiesta una particolare attenzione a tutti gli aspetti: dalla flessibilità degli ambienti, alla sostenibilità ambientale, all’integrazione con il contesto e la natura, all’inclusione sociale e soprattutto alla qualità architettonica. Tuttavia, anche nell’edilizia sanitaria si possono cogliere le peculiarità del disegno architettonico, che per la sua specifica natura coniuga funzionalità, efficacia, rigore costruttivo, creatività, tutto in un ambiente a misura d’uomo.
Una qualità ricercata anche negli ultimi interventi di edilizia ospedaliera in Toscana, come i 4 monoblocchi realizzati da Mario Cucinella Architects (Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Prato) o il recente progetto per il nuovo ospedale di Livorno firmato da Rossi Prodi Associati, ma soprattutto il Nuovo Ospedale Santa Chiara di Cisanello a Pisa (l’investimento di edilizia sanitaria più importante della Toscana) che, quando sarà completato nel 2025, costituirà uno dei più grandi poli ospedalieri europei. Il masterplan di Binini Partners del 2009 prevedeva un impianto a padiglioni disposti a corona attorno al Dipartimento di Emergenza e Accettazione (DEA) con fabbricati per servizi collettivi posti fra la viabilità d’accesso e le aree ospedaliera e universitaria; una configurazione modificata con il successivo impianto di RPA, con Manens e Studio Altieri, con la concentrazione, in un grande monoblocco, di tutto il nucleo assistenziale, didattico e della ricerca.
A Pisa una nuova cittadella sanitaria XL ma aperta al paesaggio
L’intervento coniuga l’esigenza funzionale di realizzare una cittadella ospedaliera d’eccellenza, con l’ambizione di concretizzarla in una struttura architettonica sensibile alle caratteristiche del contesto in cui s’inserisce. Proprio la ricerca dell’integrazione con il luogo evidenzia il cambiamento che sta investendo l’ospedale contemporaneo: se quello tradizionale si configurava come un complesso chiuso in sé, oggi l’organismo si apre verso l’ambiente esterno, attraverso la riduzione delle altezze per smorzare l’impatto territoriale. Il progetto si articola su una maglia modulare e livelli definiti per i percorsi, che integrano gli edifici così distinti: un unico volume per l’ingresso principale all’intero ospedale; il DEA come baricentro del complesso, su cui ruotano le aree a maggiore intensità delle cure e i settori ambulatoriali e di degenza; tutto collegato attraverso la main street e i tunnel ipogei, come elementi che ricuciono esistente e nuovo. Proprio lo studio dei flussi – di degenti, sanitari e visitatori – guida necessariamente le scelte progettuali, senza tuttavia trascurare l’esigenza di un maggior comfort da parte dei fruitori, ma allo stesso tempo guarda all’importanza degli spazi comuni, della trasparenza, della luce, del rapporto con la natura. Lo stesso principio di separazione dei flussi è stato seguito per i settori della diagnostica strumentale, dell’area ambulatoriale e dei percorsi dei medici, con i loro spostamenti verso i reparti, sviluppati dall’alto verso il basso, opposti rispetto al flusso dei visitatori, dal basso verso l’alto.
Camere singole e il restauro di Santa Chiara
In generale viene privilegiato un aspetto legato all’accoglienza e all’umanizzazione degli spazi e l’ambiente diventa parte attiva della terapia, per cui, nel plesso pisano, sono rilevanti gli aspetti psicologici della percezione spaziale, ed i reparti di degenza possono essere vissuti come una sorta di “albergo a vocazione sanitaria” grazie alla scelta di realizzare camere con un unico posto letto in cui può pernottare, all’occorrenza, anche un parente.
Si tratta di un’operazione strategica per la collettività e per il servizio sanitario locale, perché consentirà di eliminare definitivamente la frammentazione dei reparti ospedalieri su più presidi, con la costruzione di edifici a uso sanitario e didattico per la nuova scuola medica, ed inoltre consentirà il recupero del complesso monumentale del Santa Chiara, ubicato nel centro storico, che, totalmente dismesso dopo la realizzazione del nuovo polo da parte del raggruppamento d’imprese, dallo stesso dovrà essere riconvertito come previsto nel Piano di recupero di David Chipperfield.
Immagine di copertina: Ospedale Cisanello di Pisa, il cantiere (foto Nicola Gronchi)
Architetto, dottore di ricerca in progettazione urbana e territoriale, e ricercatore della Fondazione Michelucci. attualmente è ricercatore e docente in Progettazione urbanistica presso La Sapienza Università di Roma. Ha insegnato presso le università di Firenze, Genova, Pisa e Roma. Parallelamente alla didattica svolge attività professionale e di ricerca con lo studio Giraldi Iacomoni Architetti, ricevendo vari riconoscimenti. È consulente di varie amministrazioni e membro di commissioni edilizie e per il paesaggio. I suoi progetti sono stati pubblicati in libri e riviste ed esposti in mostre. Collabora con riviste di settore tra cui «Arknews» e «Ananke». Ha diretto «Architetture città e territorio» e «Macramè». È autore di numerosi testi e libri, tra cui Tracce storiche e progetto contemporaneo (2009), Architetture per anziani (2009), Lo spazio dei rapporti (2011), Questioni sul recupero della città storica (2014), Topografie dello spazio comune» (2015), Paesaggi d’acqua (2021)